Cronaca
14 Settembre 2017
Un difetto di notifica fa saltare l'udienza per il riesame. Archiviate le posizioni di Manuzzi e del Cda

Carife. Rinvio a dicembre per decidere sul sequestro di 15 mln alle banche

Carife - Cassa di risparmio di Ferrara
di Redazione | 2 min

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Carife - Cassa di risparmio di FerraraSe ne riparlerà il 21 dicembre, rinvio lungo per un difetto di notifica. È finita così, con un piccolo-grande colpo di scena – l’udienza di mercoledì mattina nella quale il tribunale collegiale avrebbe dovuto riesaminare la richiesta di sequestro cautelare di 15 milioni a carico delle banche Valsabbina e CariCesena, “profitto del reato” per l’aumento fittizio del capitale di Carife.

Difetto di notifica. Il tribunale ha infatti notificato la fissazione dell’udienza agli avvocati indicati da CariCesena e vecchia Carife per il procedimento relativo alla legge 231, quella sulla responsabilità degli enti, finito però in prescrizione. Per questo motivo gli avvocati stessi hanno rilevato che loro non sono più i destinatari qualificati per ricevere le notifiche, che andranno indirizzate ai legali rappresentanti delle società. Cosa che verrà fatta, ma solo per CariCesena, per comparire davanti al collegio il 21 dicembre. La vecchia Carife non è colpita da alcuna richiesta di sequestro, quindi non verrà nuovamente citata. La richiesta avanzata dalla procura – pm Stefano Longhi – era stata respinta dal gip Monica Bighetti con una motivazione che in una certa misura va a minare le fondamenta stesse del procedimento principale che prenderà il via il 20 settembre con un’incertezza in più: lo ‘scambio’ di azioni (per 5 milioni di euro) tra Carife e CariCesena non viene considerato illecito perché non contestuale a operazioni di aumento di capitale, mentre per Valsabbina – pur non contestando il merito delle accuse mosse – rileva la non necessità di procedere al sequestro. In udienza erano presenti anche gli avvocati dei 12 imputati rimasti, anche se non direttamente coinvolti in questa porzione del procedimento: per loro un’ulteriore pronuncia sfavorevole alla procura diverrebbe un’arma molto potente da poter utilizzare nel processo di merito e per questo sostengono con tutte le forze le ragioni con le quali il gip ha negato il sequestro cautelare.

Archiviati Manuzzi e i consiglieri. Sempre nella giornata di mercoledì il gip Monica Bighetti – in anticipo rispetto alla riserve di cinque giorni che si era data – ha depositato i decreti con i quali le posizioni di Ennio Manuzzi (ex vicepresidente e membro del Cda) e degli altri 43 indagati vengono archiviate. La decisione arriva dopo che sei risparmiatori, tramite l’avvocato Stefano Forlani, avevano presentato opposizione contro l’archiviazione della sola posizione Manuzzi che però, dato il contesto, doveva per forza allargarsi anche agli altri membri del Cda (più i membri dei collegi sindacali di Carife, CariCesena e Valsabbina). Accolte pienamente, dunque, le tesi della procura che non ha individuato elementi per addossare loro alcuna responsabilità sull’aumento di capitale da 150 milioni del 2011, considerato fittizio e anticipatorio della bancarotta.

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