Recensioni
10 Settembre 2017
Una messe di riconoscimenti molto equilibrata, quella attribuita quest’anno, dalle giurie alla Mostra del cinema

Leone d’oro a Del Toro. Tutti i premi consegnati a Venezia

di Redazione | 3 min

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credits: Tryphon/CC BY SA 3.0

Una messe di premi molto equilibrata, quella attribuita quest’anno, dalle giurie in generale ed in particolare da quella dei film in concorso presieduta da Annette Bening ‘in’ Warren Beatty – grande assente in Laguna – e composta da Ildikó Enyedi, Michel Franco, Rebecca Hall, Anna Mouglalis, Jasmine Trinca, David Stratton, Edgar Wright e Yonfan – insomma rappresentanti davvero provenienti da tutto il mondo – come ha sottolineato fieramente in apertura di serata la stessa Bening.

Abbiamo visionato tutti i 21 film in concorso – ha aggiunto l’attrice – e con molta armonia e saggezza abbiamo concordato di assegnare i seguenti premi:

Il LEONE D’ORO per il miglior film a THE SHAPE OF WATER  di Guillermo del Toro (USA), una pellicola di cui già s’è parlato ieri perché ha meritato il premio FUTURE FILM FESTIVAL Digital Award di Bologna, dato nell’ambito della Mostra del Cinema ed assegnato dalla giuria di giornalisti al film che meglio utilizza animazione, effetti speciali e nuove tecnologie.

Il LEONE D’ARGENTO – GRAN PREMIO DELLA GIURIA a FOXTROT di Samuel Maoz (Israele, Germania, Francia, Svizzera), film dal plot dolente e pieno di umanità, quanto mai up-to-date rispetto alle vicende vissute quotidianamente nel mondo.

LEONE D’ARGENTO – PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA a Xavier Legrand per il film JUSQU’À LA GARDE (Francia), un’altra storia ‘figlia del nostro tempo’, una tematica giocata tra violenze domestiche e voglia di ricostruire un futuro, specie per le vittime speciali di queste tragedie ‘entro le mura’, i figli.

La COPPA VOLPI per la migliore attrice a Charlotte Rampling per il film HANNAH di Andrea Pallaoro (Italia, Belgio, Francia).

Molto commossa l’attrice che ormai ha raggiunto una maturità espressiva davvero eccellente.

“Devo molto all’Italia – ha affermato stringendo il premio tra le mani – ho iniziato a 22 anni lavorando con Gianfranco Mingozzi (regista ferrarese, nel 1968, in Sequestro di persona, n.d.r.), poi son arrivati Visconti, la Cavani, Peppino Patroni Griffi, per non citarne che alcuni…”.

La COPPA VOLPI per il miglior attore a Kamel El Basha, per l’ottimo film THE INSULT di Ziad Doueiri (Libano, Francia), film di grandissimo e crescente impatto emotivo, davvero A bout de souffle – Fino all’ultimo respiro – per dirla alla Godard.

Il PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a Martin McDonagh per il film THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOURI dello stesso Martin McDonagh (Gran Bretagna), un lavoro bellissimo interpretato da una Francis McDormand ‘in’ Joel Coen sempre più brava e matura, una coppa Volpi mancata.

Il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a SWEET COUNTRY di Warwick Thornton (Australia), opera prima definita forse ambiguamente ‘western’, già di buona fattura. Il regista mostra di esser grande conoscitore di cinema, un vero cinéphile: in esso ha inserito la visionarietà delle grandi pellicole americane alla John Ford, collocate in un paesaggio metafisico che ricorda l’ambiente di Picnic ad Hanging Rock, un piccolo capolavoro del 1975 di Peter Weir.

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