Goro
2 Settembre 2017
Il consigliere di minoranza: «Nel 2013 il Comune avrebbe potuto avvalersi della facoltà di richiedere e gestire la struttura»

Soncini: «Per il faro esito positivo, ma poteva restare a Goro»

di Redazione | 2 min

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Gino Soncini

di Giuseppe Malatesta

Goro. È tutto sommato positivo il sentimento di Gino Soncini, consigliere di minoranza nella cittadina costiera e consigliere provinciale estense, a fronte dell’atto di locazione che assegna per mezzo secolo il faro di Gorino alla società bolognese Cento Mille Pensieri Srl, che curerà ristrutturazione e ri-destinazione per farne una struttura ricettiva tra terra e mare.

“Una felice conclusione per l’imprenditore Scabbia” secondo Soncini, ma anche per “i cittadini come me contenti del fatto che il faro potrà rivivere e tornare ai suoi fasti, diventare meta di visitatori e turisti. Sono certo che sapranno fruttare al meglio le sue possibilità”.

Al consigliere di opposizione tuttavia non sfugge una nota negativa nella bella notizia: “Sarei stato forse un po’ più contento se il faro fosse rimasto di proprietà del Comune di Goro: questo – spiega – poteva accadere nel 2013, quando il Comune avrebbe potuto avvalersi della facoltà di richiedere e gestire la struttura”.

Il riferimento è all’art. 56 bis del “Decreto del fare” (D.l. 69/2013 poi convertito in legge lo stesso anno) che introduceva procedure semplificate per il trasferimento agli enti territoriali di immobili demaniali, in attuazione del decreto legislativo sul federalismo demaniale. La richiesta di immobili trasferibili o la domanda di inserimento di immobili non in lista era da presentarsi entro il 30 novembre 2013.

“Ma questo fa parte del passato – sdrammatizza Soncini -. Oggi guardiamo al futuro, quindi al rilancio, insieme a questo importante imprenditore, di quello che è il simbolo di Goro insieme alla vongola. A tal proposito, spero che questo connubio possa essere lanciato e rilanciato per attrarre nuovo turismo nel territorio”.

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