Non passa giorno in cui non si legga di risse, accoltellamenti, furti, spaccio e degrado nella nostra amatissima città.
Come a ogni cittadino che ama alla follia Ferrara, terra di grande cultura, storia, arte, fascino, la situazione di insicurezza e degrado in cui versa da alcuni anni a questa parte genera rabbia e sconforto.
Rabbia, perché si vede un gioiello di città, dove la qualità di vita era alta, sfiorire giorno dopo giorno, sconforto perché sembra che nessuno, ma proprio nessuno, riesca a porre rimedio a questa situazione.
Anche noi, che viviamo in questa città e la amiamo incondizionatamente siamo pieni di rabbia e di sconforto, perché fino ad oggi non vi è stata una risposta netta e decisa da parte delle autorità.
Ci chiediamo cosa debba succedere perché qualcuno dica basta?
Interi quartieri della città sono in mano alle mafie provenienti da ogni parte del mondo, a bande di sbandati che ben che vada ti chiedono il pizzo per parcheggiare la macchina, ti molestano anche mettendoti le mani addosso (è capitato a me) in pieno centro per chiederti l’elemosina, presidiano zone meravigliose della nostra città per venderti droga, prendono d’assalto negozi, esercizi pubblici e uffici per fare razzia di quel poco che trovano.
Ma dov’è lo Stato? Lo Stato con la esse maiuscola, che non ha timore di intervenire con mano ferma per garantire l’ordine pubblico ed il decoro? Non quello stato che si nasconde dietro la propria burocrazia per vessare i lavoratori e gli onesti, ma si fa piccolo con gli arroganti ed i furbi. Dov’è lo Stato che nella sua Carta Costituzionale dichiara che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”? Ditemi: dov’è?
A Ferrara la nostra libertà di cittadini è messa a repentaglio ogni giorno: non siamo più liberi di circolare senza avere paura, di vivere nelle nostre case serenamente, di esercitare le nostre attività economiche, anzi viviamo ogni giorno con la consapevolezza che, prima o poi, toccherà anche a noi, a noi come ai nostri concittadini più sfortunati del GAD sequestrati nelle loro case e costretti ad andarsene perché lì non si vive più, come a quei commercianti ai quali hanno spaccato la saracinesca e sono stati derubati, come a quelli che per parcheggiare la loro auto danno la moneta a persone arroganti e minacciose per stare tranquilli.
Ma fino a quando, stato, abuserai della nostra pazienza?
Scusate lo sfogo…. Io amo la mia città!!!
Giovanna Stefanelli
Coordinatore Provinciale Fare! Con Flavio Tosi