Galeazzo Bartolucci (foto di Giulia Paratelli da ListoneMag.it)
Aveva appuntamento ieri pomeriggio in municipio per discutere dell’imminente fratto. Ma in mattinata aveva chiamato per chiedere di spostare l’incontro in quanto impegnato con il trasloco. Il nuovo appuntamento era stato fissato per lunedì 7 agosto alle ore 12.
Ma Galeazzo Bartolucci a quell’incontro non ci andrà mai. Si è sparato alla testa dopo aver ucciso la moglie Mariella Mangolini e il figlio Giovanni. Questa mattina avrebbe dovuto subire lo sfratto. L’ufficiale giudiziario era atteso per mezzogiorno.
I Bartolucci erano stati seguiti dall’Ufficio “COC – Accoglienza” sin dai primi mesi dopo il sisma del 2012 per l’inagibilità dell’alloggio di proprietà, in via Boccaleone 28/B. ”A fine luglio – fa sapere l’assessore ai servizi sociali Chiara Sapigni – era stato contattato dalle operatrici dell’ufficio per convocarlo ieri pomeriggio al fine di informarlo sulla evoluzione della pratica e dei possibili benefici a cui avrebbe avuto accesso”.
L’assessore assicura che “i colloqui tra il signor Bartolucci e gli operatori del COC sono stati cortesi, sereni, cordiali perché la pratica che lo riguardava stava proseguendo il suo normale iter e le varie convocazioni, nel corso di questi anni, hanno sempre avuto lo scopo di informare, facilitare e sostenere la famiglia nel disbrigo delle varie incombenze”.
Giovanni Bartolucci dentro il negozio di antiquariato
Il pignoramento dell’alloggio e delle relative pertinenze da parte del tribunale di Ferrara risale al 2011 e la vendita all’asta è stata conclusa ad aprile 2017 con il passaggio di proprietà.
“La famiglia Bartolucci – aggiunge l’assessore – non si è mai rivolta all’ufficio abitazioni per richiedere un’eventuale assistenza dovuta ad emergenza abitativa, come non risultano contatti negli ultimi anni con l’Asp per problematiche sociali”.
Chiara Sapigni confessa che la tragedia ha provocato “grande sgomento, soprattutto visti i contatti recenti avuti dagli uffici comunali. Resta una grande amarezza e il rammarico di non aver potuto capire il grande disagio che la famiglia stava vivendo ma che, forse, per dignità ed orgoglio non si è avvicinata ai servizi comunali preposti”.
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