Economia e Lavoro
1 Agosto 2017
Scaramagli e Faccia: "L’uso di prodotti fitosanitari è fondamentale per ottimizzare la produttività delle aree di interesse ecologico"

Confagricolutura contro i divieti Ue sulle aree di Interesse Ambientale

di Redazione | 3 min

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Marco Faccia e Pier Carlo Scaramagli

“E’ un grossolano errore quello commesso dall’Unione Europea di vietare, con decorrenza dal 1° gennaio 2018, l’utilizzo di prodotti fitosanitari sia nelle colture intercalari che in quelle azotofissatrici, quando vengono dichiarate come Aree ad Interesse Ambientale o Efa. Tale divieto avrà come effetto la riduzione della superficie a soia in provincia di Ferrara, visto che questa coltura è stata largamente utilizzata come efa”. A sostenerlo è Pier Carlo Scaramagli, Presidente di Confagricoltura Ferrara, che spiega come “le aziende che possiedono più di 15 ettari a seminativo, sono obbligate a realizzare una superficie pari al 5% da destinare ad area di interesse ambientale. Di conseguenza rientrano nel divieto le superfici coltivate a proteiche con finalità produttive come soia, pisello, fava, favino, lupino. La soia è una coltura molto importante, perché è una azotofissatrice, in pratica fa sì che l’azoto atmosferico venga catturato e fissato nel terreno. Con i conseguenti benefici in termini ambientali, e perché è produttrice di proteine vegetali, di cui l’Italia è ampiamente deficitaria. L’uso di prodotti fitosanitari è fondamentale per ottimizzare la produttività agronomica delle aree di interesse ecologico e la riduzione delle produzione contribuisce ulteriormente al deficit proteico del nostro Paese; inoltre una leguminosa “malata” non garantisce la disponibilità di azoto né la necessaria copertura del suolo. Quello che colpisce in particolare – prosegue Scaramagli – è che il divieto di utilizzo di prodotti fitosanitari nelle colture leguminose, pare voler ignorare il motivo per cui queste colture sono state incluse nelle aree di interesse ecologico, ovvero non per la diversità biologica delle superfici coltivate ma per il suolo, in quanto fissano e catturano l’azoto per la coltura successiva e permettono una più ampia rotazione dei seminativi”. Il dibattito all’utilizzo di prodotti fitosanitari sulle efa è stato molto acceso; la commissione Agricoltura del Parlamento europeo aveva bocciato a larga maggioranza la proposta di vietare l’uso di prodotti fitosanitari sulle efa. Tuttavia l’ultima parola spettava al Parlamento europeo in seduta plenaria, che per soli 13 voti di differenza, ha vietato l’utilizzo dei prodotti fitosanitari per le efa. “Le colture destinate alle proteine vegetali consentono al produttore agricolo di migliorare l’ordinamento produttivo, stimolando la rotazione tra colture depauperanti e colture da rinnovo, interrompendo la monosuccessione di cereali. Inoltre contribuiscono a favorire la rotazione – afferma Marco Faccia, presidente provinciale, regionale e nazionale della sezione Proteoleaginose di Confagricoltura migliorando la struttura e fertilità del terreno e riducendo l’impiego di fertilizzanti ed agrofarmaci, con conseguenti benefici economici per i produttori. Il divieto di utilizzo dei prodotti fitosanitari sulle efa determinerà una diminuzione delle colture produttrici di proteine vegetali, in pieno contrasto con il “piano proteine vegetali varato dalla Ue. In questo nuovo scenario, che caratterizzerà il 2018 e gli anni a venire, l’agricoltore dovrà rispettare le norme sul greening utilizzando altre colture azotofissatrici, come l’erba medica (in grado di sopportare meglio il divieto), ricorrendo al set-aside (formula da sempre sgradita agli
agricoltori), oppure utilizzando gli elementi caratteristici del paesaggio (siepi alberi in filari ecc.) allo scopo di soddisfare l’impegno delle efa, che però fino ad ora sono stati ben poco utilizzati a causa della difficoltà informatica nella loro individuazione”.

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