di Lucia Bianchini
Green awards per quindici progetti di “Life” considerati i migliori dei 25 anni di storia di questo programma, e tra questi c’è Ferrara, con Lowaste.
Lowaste, patrocinato dal Comune di Ferrara, da Indica e dalla cooperativa sociale “Città verde” ha come tema la sostenibilità ambientale, in particolare- come ha spiegato l’assessore Caterina Ferri: si sono seguiti due filoni: quello di creare un’economia circolare che si è concretizzata in una modifica della raccolta differenziata, vedendo i rifiuti non come uno scarto, ma come materia prima da recuperare. Altro aspetto di questo progetto ha permesso di partecipare ad altre iniziative a livello europeo in cui Ferrara ha potuto misurarsi con altre città in un’ottica di crescita reciproca.
Sono stati selezionati in totale 15 progetti finalisti, valutati da una giuria che ne ha stabilito la sostenibilità a lungo termine e l’intensità dell’impatto a livello nazionale, europeo o globale. I progetti sono stati valutati anche riguardo innovazione, trasferibilità, benefici ambientali e miglioramento dello stato di conservazione. Da una selezione pubblica su facebook il progetto ferrarese è stato ulteriormente selezionato tra i primi cinque finalisti.
“Lowaste ha voluto dimostrare come risolvere il problema dei rifiuti considerandoli materia nuova –ha sottolineato Alessandra Vaccari, amministratore unico di Indica-, grazie al lavoro di studenti universitari che hanno realizzato un catalogo in cui mostravano concretamente come da alcune tipologie di rifiuti si possano creare delle filiere industriali”.
Della parte più tecnica del progetto si è occupata la cooperativa “Città Verde” che in questo lavoro ha unito due importanti scopi: la sostenibilità ambientale ma anche tematiche sociali con l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
“Nella nostra cooperativa i rifiuti hanno preso la forma di nuovi beni, ed abbiamo seguito varie filiere- ha spiegato Giorgio Rosso, direttore della cooperativa-: l’olio alimentare è diventato biocombustibile o detergente, abbiamo lavorato il tessile ospedaliero, prodotto di altissima qualità che dopo 70 lavaggi va all’inceneritore, ed abbiamo sperimentato che è possibile dargli una nuova vita come scarpe, piccole tende o altro. Abbiamo lavorato anche con gli inerti cioè mattoni e cemento, che trattati diventano materiale per sottofondi, che il Comune utilizzerà in parte per le nuove costruzioni. Altro progetto è legato al recupero degli arredi urbani: creare aree gioco risistemando parti di aree gioco dismesse. Infine gli scarti organici, che nel centro di compostaggio diventa materiale utilizzabile in agricoltura”.
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