Terre del Reno
8 Luglio 2017
Preoccupazione dei lavoratori e della Femca Cisl: "Auspichiamo una vera svolta senza giochi speculativi"

Manifatture Bonzagni all’asta per “veri imprenditori e non personaggi noti”

di Red thumb | 2 min

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Dosso. Settimane roventi alla Manifatture Bonzagni. E non solo per la canicola estiva. Dopo che il curatore fallimentare ha aperto il bando d’asta per la vendita della società, ad oggi sul palcoscenico per l’acquisizione si sono presentati, in un modo o nell’altro, diversi soggetti per comprare la Manifatture il 18 luglio, giorno dell’aggiudicazione dell’asta.

Diversi soggetti, in quanto si va da aziende produttive che hanno una comprovata storia alle spalle sino ad arrivare ad aziende che sono solo commerciali e con numeri di bilancio che lasciano forti perplessità ai sindacalisti e ai dipendenti rimasti.

“Queste sono le classiche situazioni ricorrenti quando una azienda appetibile come la Manifatture Bonzagni – commentano all’unisono i lavoratori e la Femca Cisl in una nota stampa congiunta – che ha vissuto due fallimenti negli ultimi tre anni, per responsabilità di chi l’ha ‘maltrattata’, oggi magari si ripresenta per risollevarla”.

Ed i 27 lavoratori “superstiti” sono ben consci di quello che hanno vissuto sulla loro pelle, sono ben consci di chi può rappresentare un “ritorno” alla normalità se “passano alle dipendenze di soggetti affidabili o se continuare una precarietà solo figlia di promesse non sostenibili”.

I lavoratori quindi, “considerati da molti solo come pedine di contorno”, insieme alla Femca Cisl, la categoria sindacale che li rappresenta sostanzialmente all’unanimità, esprimono fortemente l’auspicio che tutto si risolva in una “vera” svolta e che l’azienda venga “acquisita da veri imprenditori e non da personaggi già troppo noti”.

I lavoratori e la Femca Cisl quindi “sono e saranno ben attenti a condividere accordi sindacali e individuali che possano favorire la continuazione dell’odissea subita in questi anni – si legge nella nota stampa -. Questo non vuol dire ‘tifare’ per qualcuno. Vuol solo dire che i ‘giochi speculativi’, nei diversi ruoli, non saranno certo supportati ma, sicuramente contrastati”.

Poi l’ultima parola sarà di spettanza del tribunale di Brescia, sede legale della società, del relativo fallimento e dell’asta di vendita per l’aggiudicazione. Ma questo “nella consapevolezza che saranno parimenti importanti alle offerte economiche – ribadiscono dipendenti e sindacalisti -, la serietà e credibilità delle imprese concorrenti all’acquisto, i “veri” posti di lavoro garantiti, il mantenimento dell’attuale sito, i crediti sicuri per i lavoratori e la ripresa e soprattutto la continuità dell’attività produttiva di una importante azienda sul nostro territorio con quasi cinquant’anni di storia. Per chi non ha questi intenti e questi veri valori ed obiettivi, consigliamo di farsi da parte”.

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