Economia e Lavoro
1 Luglio 2017
Calderoni (Cia Ferrara): "Soddisfatti ma ora lavorare ad esenzione per coadiuvanti agricoli e affittuari"

Imu: Corte Tributaria stabilisce esenzione per le società agricole

di Redazione | 2 min

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Le società agricole in possesso di qualifica di “imprenditore agricolo professionale” sono completamente esonerate dal pagamento dell’Imu. Lo ha stabilito con una sentenza, pochi giorni fa, la Corte Tributaria regionale dell’Emilia Romagna. Un pronunciamento che mette la parola “fine” ad un periodo di incertezza normativa e al contenzioso tra il ministero delle Politiche Agricole – che esonerava dal pagamento le società– e i comuni che avrebbero invece voluto riscuotere la tassa.

Soddisfatto Stefano Calderoni, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara: “L’esenzione dal pagamento Imu per le Società Agricole era chiara per il Ministero ma non sempre applicata in concreto – precisa Calderoni – la norma stabilisce che le società di persone possono avere la qualifica di Iap come proprietarie o conduttrici di aziende agricole e dunque usufruire dell’esenzione. Il problema è l’iscrizione all’Inps che riguarda le persone e non le società e questo rende la norma “interpretabile” e provoca difficoltà nella verifica dei requisiti per l’esonero. Questa sentenza arriva, infatti, in un momento particolarmente significativo perché si stanno facendo molti accertamenti sulle posizioni fiscali delle società agricole, che finiscono quasi sempre per negare le agevolazioni”.

Secondo il presidente Cia ci sono, però, ancora due figure del settore che continuano a pagare l’Imu, sulle quali occorre intervenire al più presto, modificando la normativa: i coadiuvanti agricoli e i proprietari che concedono in affitto i terreni. Nei mesi scorsi l’Anci ha chiesto ai Comuni di far pagare l’Imu ai soggetti che non possiedono il requisito oggettivo del “possesso e conduzione” di terreni agricoli, andando contro alle direttive ministeriali.

“Proponiamo che siano esentati dal pagamento i proprietari di terreni che affittano ai giovani under 40, per favorire il necessario ricambio generazionale. Siamo consapevoli – conclude Calderoni– che quei proprietari non conducono più direttamente il fondo ma questo indirizzo finisce per penalizzare i giovani agricoltori, che spesso iniziano l’attività proprio attraverso l’affitto del terreno. Se i proprietari pagano l’Imu, questo onere fiscale finisce con l’incidere sul canone d’affitto”.

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