Economia e Lavoro
30 Giugno 2017
L’accordo con il Canada riconosce solo 12 prodotti su 44 della nostra regione. Contro le penalizzazioni per la nostra agricoltura è partita una mobilitazione

Coldiretti incontra Bonaccini per scongiurare pirateria alimentare da accordo Ceta

di Redazione | 4 min

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L’accordo Ceta con il Canada penalizzerà l’agricoltura dell’Emilia Romagna. Lo afferma Coldiretti che ha incontrato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, al quale è stato consegnato un dossier sugli effetti dell’accordo di libero scambio Ue-Canada (Comprehensive Economic and Trade Agreementr), sottolineando che ad essere messi sotto scacco nella nostra regione saranno produzioni di eccellenza, ma anche importanti colture estensive come i cereali.

Il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, e il direttore, Marco Allaria Olivieri, hanno sottolineato che dei 44 prodotti a denominazione di origine dell’Emilia Romagna, solo 12 vengono riconosciuti dal Ceta, mentre gli altri 32 non avranno nessuna tutela. Anche per i prodotti riconosciuti dall’accordo, si profila comunque – secondo Coldiretti Emilia Romagna – una situazione di grande ambiguità che rende difficile ai consumatori distinguere il prodotto originale, ottenuto nel rispetto di precisi disciplinari, da imitazioni di bassa qualità come il caso del Parmigiano Reggiano che verrà venduto a fianco di produzioni locali di “Parmesan”.

Situazione ancora più complessa per il Prosciutto di Parma Dop, denominazione che da diversi decenni proprio in Canada è stata usurpata dalla società Maple Leaf Foods, la più grande industria alimentare canadese, che ha registrato il marchio “Parma” e che quindi può regolarmente commercializzarlo. La conseguenza – spiega Coldiretti – è che il vero prosciutto di Parma Dop non può essere al momento venduto in Canada ma per essere comunque presente su quell’importante mercato, il prodotto italiano viene commercializzato con il nome “Prosciutto originale”, e sugli scaffali dei negozi si trova acconto al “Parma” canadese, senza poter portare il suo vero nome.

Neanche i 30 mila produttori di grano dell’Emilia Romagna potranno dormire sonni tranquilli in quanto – spiega Coldiretti regionale – l’accordo di libero scambio prevede l’azzeramento del dazio per il grano, spalancando le porte all’invasione di grano duro canadese che per di più viene trattato in fase di preraccolta con il glifosato, vietato invece nel nostro Paese perché accusato di essere cancerogeno.

“Non siamo certamente contrari agli accordi internazionali – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – ma nelle trattative va riservata al settore agroalimentare una attenzione specifica che salvaguardi la distintività delle produzioni, garantisca la tutela della salute, la protezione dell’ambiente e la libertà di scelta dei consumatori. Il Ceta così come definito oggi è un regalo alle lobby industriali che nell’alimentazione puntano all’omologazione e al livellamento verso il basso della qualità”.

Secondo il direttore, Marco Allaria Olivieri l’accordo con il Canada “Crea una situazione di concorrenza sleale nei confronti del vero made in Italy, in cui a perdere saranno produzioni che hanno fondato il loro successo e la loro capacità di competere proprio sulla qualità, come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma, prodotti di punta della nostra regione. Per questo, oltre alla consegna deldossier, abbiamo sollecitato il presidente Bonaccini ad inserire all’ordine del giorno della Giunta regionale gli argomenti proposti da Coldiretti per difendere le produzioni regionali e nazionali in seno all’accordo di libero scambio con il Canada”.

L’azione di sensibilizzazione sugli effetti della ratifica del trattato da parte del Parlamento italiano, riguarda in questi giorni tutte le istituzioni e le forze politiche, dai sindaci di tutti i Comuni italiani, ai consiglieri regionali, ai deputati e senatori, sia nazionali che europei, invitati a riflettere sulle conseguenze della firma del trattato per il nostro sistema produttivo e le eccellenze Made in Italy.

Per Ferrara – sottolinea Coldiretti – i prodotti esposti alla mancata protezione sono numerosi, dalle pere Igp, all’Asparago, all’aglio di Voghiera, al riso del delta, sino ai cappellacci, al pampepato, alla salama da sugo. Forti timori anche per i nostri cereali, in primis il grano, che già oggi subisce la pesante concorrenza diquello canadese, e che con ulteriori agevolazioni tariffarie subirà ancora più pesantemente la spinta al ribasso dei prezzi.

Auspichiamo – conclude Coldiretti – che le amministrazioni locali siano al nostro fianco per difendere il nostro made in Italy ed i nostri produttori da un accordo che mal si sposa con la trasparenza di un commercio libero ma anche giusto.

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