Attualità
29 Giugno 2017
Bazzocchi: "Deterrente irrisorio per contrastare il fenomeno". La categoria chiede l'inasprimento delle sanzioni

Dentisti abusivi, “mancano pene severe”

di Redazione | 3 min

“La battaglia contro l’abusivismo odontoiatrico è portata avanti dalla nostra categoria ormai da anni, senza risultati lusinghieri soprattutto perché il deterrente è semplicemente irrisorio”. È il commento di Alessandro Bazzocchi, consigliere comunale del M5S e odontoiatra libero professionista iscritto all’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Ferrara, in merito ai tre casi di dentisti abusivi riscontrati a Ferrara e provincia.

Il problema alla base della lotta di questa piaga, quindi, sarebbe la mancanza della pena. “Secondo una legge del 1992 la pena per l’esercizio abusivo è di 512 euro (il vecchio milione di lire), mentre per chi è abilitato e si offre protettore e/o collabora con l’abusivo (il famoso ‘prestanome’), la sanzione consiste esclusivamente nella sospensione dell’attività medica per un anno” spiega Bazzocchi.

Questa sospensione “è spesso subordinata ai tempi della giustizia italiana in attesa del secondo o terzo grado di giudizio – aggiunge Bazzocchi -, ragion per cui il professionista è di fatto libero di professare indeterminatamente fino a sentenza definitiva e, molto spesso, la sentenza arriva talmente in ritardo che il reato diventa prescritto”. 

Sono state diverse le iniziative in parlamento in questi ultimi decenni per portare ad un maggiore controllo e ad un inasprimento delle sanzioni. “Si tratta di un argomento per il quale non sono previsti aggravi o costi aggiuntivi per la collettività – nota il consigliere comunale – anzi, trattandosi di una maggior tutela della salute pubblica, dovrebbe essere chiaramente un obiettivo condiviso da tutte le forze politiche a prescindere. Eppure si sono verificate sempre interruzioni e mancanze di intesa che portano attualmente ad un nulla di fatto”.

Ulteriori perplessità, per il politico-odontoiatra, “riguardano l’attuale possibilità che una struttura adibita a centro professionale possa essere di proprietà di chi è non è facente parte della categoria, e quindi un imprenditore proveniente da un qualsiasi settore, senza alcuna regolamentazione. In tali casi potrebbe verificarsi che il professionista, assunto come lavoratore dipendente, sia subordinato a decisioni gestionali e/o organizzative che interferiscono con il giusto rapporto medico–paziente, soprattutto considerando che, se si pone come principale l’obiettivo di stabilire una valida ed efficace alleanza terapeutica, quest’ultima deve essere garantita dai principi dell’obiettività e libertà di coscienza, e non solo legata alle logiche del commercio, dell’imprenditorialità e del profitto”.

Un’ultima precisazione: “è raccomandabile che i cittadini che devono sottoporsi a procedure di igiene e profilassi si informino sulla effettiva abilitazione di chi deve eseguirle – consiglia Bazzocchi -. Va ricordato chiaramente, anche dai principali mezzi di informazione, che queste prestazioni possono essere eseguite esclusivamente da un dentista abilitato, oppure da un igienista dentale propriamente detto, ovvero in possesso di diploma di laurea triennale abilitante; la cosiddetta assistente alla poltrona o assistente di studio odontoiatrico invece non ha alcun titolo per effettuare queste prestazioni”.

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