di Giuseppe Malatesta
Comacchio. Giuramento per Marco Fabbri nel corso della seduta consiliare inaugurale della nuova legislatura, appuntamento inoltre utile ad illustrare le linee programmatiche di mandato e alla convalida dei 16 consiglieri eletti.
Trattasi per il gruppo di maggioranza di Alberto Righetti (capogruppo), Stefano Parmiani (eletto all’unanimità nuovo presidente del consiglio), Alessia Robustini, Samuele Fogli, Giovanni Bandini, Michele Modonesi, Ilenia Fioravanti, Roberta Fogli Iseppe Cavalieri, Maria Teresa Rosolen e Sergio Provasi. La minoranza risulta invece composta da Sandra Carli Ballola (capogruppo), Piero Fabiani (capogruppo), Maura Tomasi (capogruppo per Lega Nord e vicepresidente del consiglio), Umberto Cavallari, Emanuele Mari (capogruppo per Forza Italia) e Veronica Negri (capogruppo per Maura.com).
Tra questi ultimi dunque anche Fabiani che, contrariamente a quanto vociferato nei giorni scorsi, annuncia la decadenza dall’incarico di vicepresidente (e membro del cda) di Acer Ferrara, carica incompatibile con quella comacchiese. “Il mio ruolo sarà quello di consigliere comunale, da oggi a fine legislatura”, dichiara.
Nell’illustrare le linee programmatiche, il rieletto Fabbri ripercorre i punti salienti del programma elettorale grazie a cui è risalito al soglio, non mancando di notare “i risultati raggiunti negli ultimi 5 anni, nonostante un ciclo economico mondiale sfavorevole con cui bisogna misurarsi ancora. Le difficoltà amministrative e finanziarie dell’ente – aggiunge – sono tutte indotte: siamo un comune virtuoso che ha ridotto il suo indebitamento del 50% con una marcata spending-review, ha subìto un prelievo forzato di risorse (da 8 a 13 milioni in 4 anni come fondo di solidarietà), un impoverimento e una difficoltà di programmazione che derivano dal contesto generale, non certo da una cattiva gestione locale. Proseguiamo con una massiccia dose di realismo, consapevoli di possibilità e limiti”.
Sulle discussioni delle linee di indirizzo Fabbri dichiara inoltre apertura al confronto politico invitando la minoranza a presentare – nelle prossime settimane – osservazioni critiche anche sul Dup. “Auspico in quest’aula un contributo da parte di tutti: vorrei fosse luogo privilegiato del confronto costruttivo e propositivo, teso alla soluzione dei problemi che assillano la comunità”.
Facendo seguito al voto negativo (salvo Fabiani che si astiene), la minoranza proprio in virtù di uno “spirito di collaborazione” ha avanzato invano la richiesta di presiedere almeno una delle tre commissioni consiliari, dando il via al primo botta e risposta tra banchi opposti. “Abbiamo vinto e vogliamo tenere le presidenze – dice Righetti motivando il no – per avere la libertà che ci spetta, senza dover sottostare, non dico a ricatti, ma a problemi di ogni sorta”. “Ciò rende l’idea della non collaborazione” ribatte Carli Ballola, mentre per Mari e Tomasi “Righetti si esprime malamente e in modo non adeguato: ricatto? Chiedevamo un minimo di democrazia ma prendiamo atto”. “Mi scuso per la parola ricatto, intendo dire che vogliamo essere liberi di convocare le commissioni. La collaborazione la vedrete tutta in fase di discussione consiliare” chiude Righetti.
Alla minoranza la possibilità di vice-presiedere le commissioni in questione: Carli Ballola per Ambiente, Cultura e Turismo (Robustini presidente), Fabiani per Comunità, Sicurezza, Affari generali e Bilancio (Modonesi presidente), Mari alla Programmazione, Sviluppo e gestione del territorio (Fioravanti presidente).
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