Jolanda
28 Giugno 2017
Trombin: "Il progetto politico è fallito, abbiamo sei mesi di tempo per ricostituirci"

Jolanda, i motivi del tradimento

di Redazione | 4 min

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Jolanda. Entrambe le ‘fazioni’ parlano di tradimento. I cinque Comuni rimasti nell’Unione Terre e Fiumi hanno assistito impotenti all’uscita di Jolanda, che a sua volta vive questo epilogo come una “rinascita che dimostra il nostro valore“, pur con un velo di amarezza.mPerché si tratta del “fallimento di un progetto politico nobilissimo, così come lo concepì l’allora sindaco Davide Tumiati che poi è stato tradito da personalismi e da miopie politiche evidenti”.

All’indomani del consiglio comunale in cui l’amministrazione jolandina ha approvato quasi all’unanimità il recesso dall’unione, il sindaco Elisa Trombin punta il dito contro “il giovane che ha tradito il vecchio“. Il “vecchio” sarebbe il “concetto di associazionismo” proposto da Tumiati nel 2009, il “nuovo” sarebbe la visione ‘Copparocentrica’ portata avanti dal sindaco Nicola Rossi.

Una “disparità di trattamento” ripresa più volte dalla Trombin, secondo cui “l’atteggiamento dei sindaci dell’Unione, in particolare di Rossi, assomiglia molto alla favola della volpe e dell’uva. Quando naufraga un progetto politico voi siete troppo esperti per non sapere che la colpa è di tutti, ognuno si deve assumere le proprie responsabilità”. Insomma, “la nostra è stata una scelta obbligata, condivisa dai cittadini perché stanchi di pagare per servizi non erogati o erogati ad altri”.

Se i “debiti di Jolanda non sono più un problema dell’Unione”, ora il sindaco vuole “guardare al futuro“. Ripagando i 500mila euro che deve ancora all’ente (da saltare con una rateizzazione di 10mila euro al mese fino al 2021) e riorganizzando la gestione interna del Comune. Il tempo per portare a termine la missione è di sei mesi: la data dell’effettiva uscita dall’unione è infatti il 31 dicembre 2017. 

Un momento storico per Jolanda. Dopo il recesso delle convenzioni per la gestione dei servizi (tra cui servizi sociali, sportello per le imprese, protezione civile, sistema informativo e informatico, edilizia residenziale pubblica e pianificazione urbanistica), “stiamo già lavorando per garantire i servizi ai nostri cittadini” annuncia Elisa Trombin che non entra nello specifico dei progetti futuri. Che dovranno tenere conto del piano di rientro per il debito di circa un milione di euro. Ma “Jolanda ha i meriti per crescere, dopo essere stati a tavola ognuno paga il suo conto“.

Abbiamo sei mesi per ricostituirci, riprendendo qualcosa del passato, facendolo insieme, con la condivisione dei dipendenti e dei cittadini”. In pratica i servizi in capo all’unione verranno ridistribuiti tra i dipendenti comunali e il nuovo riassetto organizzativo verrà illustrato ai cittadini in un incontro da fissare entro la fine dell’anno. Il nodo più problematico riguarda la presenza sul territorio della polizia municipale, ma il primo cittadino non si sbilancia: “Ci sono diverse ipotesi che stiamo valutando, non solo le convenzioni con altri Comuni”.

Una notizia accolta negativamente dal Pd, in primis dal consigliere regionale Paolo Calvano che vede l’uscita dall’unione, “una delle prime unioni della nostra Regione e certamente una delle più avanzate”, come una “lunga storia triste“, anche se “ciò che mi preme non sono tanto i conti di Jolanda (ci penseranno gli amministratori di quel Comune) quanto il futuro delle nostre Unioni, in cui continuo a credere”.

I dubbi di Calvano sono tanti:  “il Comune per i soli servizi sociali (giovani, anziani e fragilità) spende oggi 176 mila euro, quindi come farà con soli 150 mila euro a coprire i soli servizi sociali senza fare drastici tagli? e gli altri nove servizi come li coprirà? Cito ad esempio i vigili: essendo ormai tutti in carico all’Unione, in che modo potrà essere garantita la loro presenza a Jolanda? Ne verranno assunti di nuovi dal Comune? Con quali risorse? E se verrà fatta una convenzione con altri comuni extra Unione, questi saranno disponibili ad offrire gratuitamente i loro vigili a Jolanda?”.

Una vicenda seguita con “estrema preoccupazione” anche dal consigliere comunale e segretario provinciale Luigi Vitellio che pone altri domande: “Chi beneficerà di questa decisione, i cittadini di Jolanda o è solo un’azione di distrazione di massa per non ragionare sui seri problemi economici del Comune? Debiti nati per colpa dell’Unione? Allora perché tutti gli altri comuni non hanno bilanci in deficit? Rappresaglia nei confronti di Jolanda? Tutte le delibere, quindi anche ripartizione dei costi, sono state prese sempre all’unanimità quindi anche con il voto favorevole di Jolanda. Il Comune riuscirà a gestire i servizi da solo pur mettendo così poche risorse a bilancio? Se l’Unione rappresenta il male in terra perché non uscire prima? – prosegue Vitellio -. È necessario rispettare l’autonomia dei territori ma l’autonomia richiede responsabilità, la capacità di mettere in campo azioni conseguenti a una scelta così forte perché gli sconfitti rischiano di essere i cittadini di Jolanda”.

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