Lettere al Direttore
27 Giugno 2017

Acqua e interessi

di Redazione | 3 min

Premessa: si chiama Pubblicità il braccio armato del Sistema su cui è fondata la civiltà dei consumi che, implacabile, sottopone i Cittadini (declassati per legge a subalterni “Consumatori”) a continue offensive, bombardandoli strategicamente di bugie sature di parole come “regalo”, “dono”, “omaggio”, oltre alle insidie dei campi minati tatticamente definiti “sottocosto”, “svendita”, “promozione”, “outlet”. Le ostilità prevedono pure due campagne all’anno, dette “saldi di fine stagione”, con predisposizione di finti arroccamenti e trincee da far espugnare con soddisfazione ad un esercito di polli.

Tutto ciò senza che nessuno si scandalizzi o gli venga la mosca al naso, nonostante l’evidenza delle regalie fasulle ai clienti, fatte integralmente pagare, subito o in differita, alla clientela stessa. Questa viene ulteriormente turlupinata facendole pagare anche i costi delle réclame che promettono attraenti regali inutili. È la dimostrazione di come sia facile arrivare al tramonto di una civiltà.

Fortunatamente qualche volta si verifica un sussulto di dignità. Inaspettatamente ce n’è stato uno proprio a Ferrara, quando Hera e Comune annunciarono un investimento da 60 euro-milioni per una centrale geotermica e un gruppo di cittadini motivati si ribellò al “dono” di Hera. Perché si erano accorti che si spacciava per geotermia un’estensione del teleriscaldamento cittadino il cui progetto prevedeva localmente grandi caldaie a gas, con svettanti enormi serbatoi di accumulo dell’acqua riscaldata (è tipico delle profondità dei terreni geotermici la carenza di posto per l’acqua calda, non è vero?). Perciò coralmente espressero pareri negativi, riassumibili nella frase “cà nisciun è fesso”.

Sbalordita dall’inconsueta contestazione, Hera mette in batteria i grossi calibri: nomi televisivi, compari dell’amministrazione, la Sala Estense per catechizzazioni di massa… ma senza risultati: messinscena meschinella, inevitabilmente loffia. Ci fu ovviamente un seguito di recriminazioni del Comune, per il gran rifiuto dell’investimento “donato” dalla volpe-Hera al pollaio-Ferrara.

Il verbo “donare” è stato poi riesumato da Hera (azienda multiutility che lasciò il poco redditizio incarico del verde comunale), per un investimento nella molto più remunerativa rete gas.

Evidentemente nelle corde di Hera ci son solo le reti. Per questo, ma soprattutto per l’attuale andamento stagionale, spicca la mancanza di un “dono” anche per la rete dell’acqua potabile!

Anni fa le perdite d’acqua in rete erano valutate al 30%. Significa che in breve gli acquedotti si vuotano anche se nessuno apre i rubinetti; in Comune e in Hera lo sanno, ma in questi anni non abbiamo visto scavi riguardanti la rete d’acqua potabile, solo lavori per teleriscaldamento e gas.

Quindi, se la siccità persisterà, lasciando le condotte in pressione resteremo automaticamente senz’acqua. E se per carenza di scorte toglieranno la pressione a tempi alterni, ogni volta che dai rubinetti asciutti tornerà l’acqua usciranno liquami luridi. È complicato far la doccia con le bottiglie di Levissima; anche per i “consumatori” che le ottengono in “promozione”.

È naturale, allora, chiedersi che programmi abbiano i filantropi di Hera e loro compari in Comune: progettare novene affinché i periodi di siccità non coincidano mai con elezioni amministrative? O mettersi a curare gli interessi della città sapendo che coincidono ben poco con quelli di Hera?

Paolo Giardini

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