“Siamo preoccupati, molto preoccupati”. Così i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil – Cristiano Zagatti, Paolo Baiamonte e Massimo Zanirato – per la situazione di criticità in cui versa il bilancio del comune di Jolanda e la volontà della sindaca di uscire dall’Unione “Terra e fiumi”, scelta che ritengono “incomprensibile”.
Proprio venerdì scorso in Castello si è svolto un incontro tra la sindaca Elisa Trombin e Cgil, Cisl e Uil “che possiamo definire cortese ed educato ma, pur apprezzando la volontà di programmare un nuovo incontro dopo il consiglio comunale di lunedì, non ha fornito nessun elemento di rassicurazione a garanzia dei servizi da erogare ai cittadini di quel Comune se non tanta buona volontà”.
Per i sindacalisti la scelta politica della Trombin non solo è distante, ma “antitetica alla progettualità che giovedì Cgil Cisl e Uil hanno presentato a tutti i sindaci della provincia in conferenza territoriale sociosanitaria: per dare più adeguate risposte ai cittadini della nostra provincia, per non continuare ad impoverire i servizi, per favorire una ripresa economica serve da subito ripensare a un importante ridimensionamento del numero di Comuni”.
“Dobbiamo tendere – spiegano Zagatti, Baiamonte e Zanirato – a un modello di riordino degli assetti istituzionali che veda oltre alla città altre tre fusioni di Comuni sovrapponibili ai perimetri dei distretti sanitari. Questa per Cgil Cisl e Uil è la condizione necessaria, così come la normativa regionale consente, per tentare l’indispensabile rilancio anche economico-produttivo del nostro territorio. Pertanto operazioni di maquillage riorganizzativi che vedono progetti di fusione di piccolissimi comuni riteniamo non possano minimamente rispondere ai bisogni crescenti di cittadini e imprese, figuriamoci volontà che di fatto indeboliscono le Unioni dei comuni già esistenti”.
I tre sindacati auspicano che il Comune di Jolanda ci ripensi, anche se “non ci sembrano esserci le condizioni”, ma soprattutto “che tutti i sindaci con grande senso di responsabilità istituzionale possano abbracciare l’idea che una cessione di “sovranità” sia il percorso indispensabile che consentirebbe di ottenere importanti e preziose risorse economiche dalla Regione e lavorino da subito per creare le condizioni organizzative, culturali e materiale per immaginare un rilancio della nostra provincia in una regione che corre molto più veloce di noi”.
“Se sarà posto l’interesse generale davanti a tutto – conclujdono – nei prossimi giorni vedremo la volontà di numerosi sindaci di aprire una discussione progettuale. Diversamente speriamo si esprimano almeno sulle ragioni di contrarietà”.
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