Ostellato
22 Giugno 2017
L'assemblea della cooperativa approva all'unanimità il bilancio 2016 che aumenta dello 0,53%

Cidas, fatturato di oltre 39 milioni di euro

di Redazione | 3 min

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di Pietro Perelli

Ostellato. Si è riunita ieri (mercoledì 21 giugno, ndr), presso San Vito di Ostellato, l’assemblea di Cidas (Cooperativa Inserimento Disabili Assistenza Solidarietà) tenutasi per approvare il bilancio 2016 e nominare il Cda che ha poi nominato suo presidente l’uscente Daniele Bertarelli.

Oltre a una nutrita schiera di soci (312 i votanti) erano presenti anche diversi rappresentanti istituzionali, il sindaco di Ferrara e presidente della provincia Tiziano Tagliani, il vice presidente della provincia e sindaco di Ostellato Andrea Marchi, i sindaci di Copparo (Nicola Rossi), Argenta (Antonio Fiorentini) e Formignana (Laura Perelli), i consiglieri regionali Marcella Zappaterra e Paolo Calvano, il presidente di Legacoop Estense Andrea Benini e il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti.

Oltre ad approvare un bilancio aumentato dello 0,53% rispetto a quello dell’anno precedente con un fatturato di oltre 39 milioni di euro e votare il nuovo Cda composto da Daniele Bertarelli, Antonella Billo, Massimo Boccafogli, Cristiano Capisani,  Cecilia Corbari, Manuel Fossati, Patrizio Ghelfi, Alessandra Guarnieri, Milena Maltoni, Lucan Mastrangelo, Ilda Medini,  Arianna Ruffoni, Fabrizio Smecca, l’assemblea è stata un’occasione per ascoltare i discorsi di alcuni ospiti oltre che quello di Bertarelli.

Apre le danze il padrone di casa Marchi che spiega come “il modello Cidas sia virtuoso e quanto sia importante poter contare su simili collaboratori in un mondo in cui cresce l’ansia un futuro incerto”. Tocca poi al presidente della cooperativa prendere la parola per ricordare, in un passaggio molto significativo, che “non nasciamo tutti uguali essendoci una grossa disparità di opportunità tra chi nasce in famiglie più abbienti e chi invece nasce in famiglie più povere”. Non risparmia poi qualche critica alla nuova riforma del terzo settore che, a suo parere, lascia ancora qualche zona grigia e che quindi avrebbe margini di miglioramento. In ogni caso, ricorda parlando del futuro, “il sistema dell’accreditamento non può essere un traguardo ma un nuovo inizio”.

Proprio a questo punto si collega Tagliani quando, nel suo intervento, spiega come “l’accreditamento sia stato utile per evitare una corsa al ribasso che si sarebbe verificata con un’entrata dei servizi sociali in un mercato di tipo imprenditoriale ma, allo stesso tempo, ora rischia di essere un sistema conservativo quando è il tempo di innovare”.

Anche Mauro Lussetti, a cui tocca il compito di chiudere l’assemblea con l’ultimo discorso, ripercorre alcuni temi già proposti precedentemente dal presidente di Cidas e dal sindaco di Ferrara ribadendo la diversità delle cooperative rispetto alle imprese private. “Per noi – dice – deve essere un mantra quotidiano, non dobbiamo porci in concorrenza con le imprese private ma esserne un’alternativa anche perché ponendoci sullo stesso livello non abbiamo chances”. “Le cooperative – aggiunge – sono anche un luogo più eguale in cui vi è possibilità di ascesa sociale perché non vogliamo fare discriminazioni di sesso, etnia o ceto”. Questa diversità rispetto alle imprese l’aveva sottilmente rimarcata anche al principio del suo discorso spiegando come “quando ci definiamo resilienti ci riferiamo al fatto che nonostante la crisi l’insieme delle cooperative legate a LegaCoop dal 2008 ad oggi ha avuto un incremento dell’occupazione al suo interno pari all’8%”.

LegaCoop, è bene ricordare, è una lega di cooperative che non racchiude solo quelle che lavorano nel sociale come Cidas ma anche altre che lavorano, per esempio, nel mondo dell’edilizia o in altri settori. Questo aumento dell’occupazione nel settore cooperativo è motivo di orgoglio anche per Bertarelli che ricorda in più di un’occasione la capacità di aumentare soci e personale. Inoltre un altro dato significativo da sottolineare è come queste società fungano anche da creditrici per lo stato infatti nel bilancio di Cidas larga parte dei crediti (tra l’80% e il 90%) fanno capo a enti pubblici.

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