Terre del Reno
20 Giugno 2017
Bagarre in aula sulle prescrizioni della normativa antisismica per gli edifici

Tecopress, tutto attorno a una interpretazione

di Redazione | 2 min

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Il gip Carlo Negri del tribunale di Ferrara ha convalidato l'arresto e confermato la custodia cautelare in carcere dei due ferraresi che, nella serata di martedì 9 aprile, sono stati arrestati con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti dalla Polizia di Stato che li aveva sorpresi in flagranza con oltre un chilo di hashish in auto

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Dosso. Tecopress doveva mettere in regola le proprie strutture anche in previsione di un evento sismico oppure la legge che prevedeva la messa a norma per edifici non sensibili venne codificata successivamente al sisma del 2012? E’ su questa dicotomia che si è discusso ieri in aula per il processo Tecopress.

Per i crolli dovuti al sisma del 20 maggio a causa dei quali morì l’operaio Gerardo Cesaro sono imputati per omicidio colposo dovuto alla violazione delle normative per la sicurezza sul lavoro l’ingegnere Modesto Cavicchi e i due progettisti e direttori dei lavori, Dario Gagliandi e Antonio Proni, che si occuparono rispettivamente delle fondamenta e del capannone; il legale rappresentate dell’azienda, Enzo Dondi, e la responsabile della sicurezza Elena Parmeggiani.

Sul banco dei testimoni il pm Alberto Savino ha chiamato l’ingegnere Roberto Fornasini dell’Ausl di Ferrara, responsabile dell’unità operativa Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Fornasini ha parlato di una commissione consultiva che avrebbe chiarito quattro giorni prima del terremoto una interpretazione relativa alla normativa di riferimento del 2008. Quel decreto disciplina il modo di costruire i nuovi fabbricati. I vecchi, edificati prima dell’entrata in vigore della legge, vanno invece adeguati secondo i nuovi criteri solo se ricorrono alcuni requisiti: se ci si accorge di un errore progettuale dell’edificio, se l’edificio è interessato da un evento esterno (come può essere una calamità naturale), oppure in caso di modifiche strutturali.

Ma Tecopress, come hanno fatto notare le difese, venne costruita nel 1992, di conseguenza non c’era nessun obbligo di adeguamento sismico della struttura. Una tesi sposata anche dal procuratore di Modena Vito Zincani che chiese l’archiviazione per gli imputato nel processo parallelo per il sisma del 29 maggio. L’avvocato Riccardo Caniato, difensore di Dondi e Parmeggiani, ha chiesto di acquisire quel decreto di archiviazione, ma l’istanza non ha trovato l’accordo delle parti.

La prossima udienza è stata fissata per il 13 luglio.

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