Sport
13 Giugno 2017
L'ex centrocampista della Spal:“Il ricordo più bello? il gol che segnai alla Reggiana, sotto la curva Ovest”

Sesa, il cuore da capitano batte ancora in Belgio

di Redazione | 5 min

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David Sesa, ex giocatore della nazionale Svizzera, viene scoperto e portato in Italia al Lecce da Pantaleo Corvino nel 1998. Grazie alle sue sette reti e otto assist, contribuisce alla promozione dei giallorossi in serie A. L’anno dopo, in serie A, con Alberto Cavasin come allenatore, fa ancora meglio mettendo a segno sempre sette reti e arrivando a quota nove assist.

Nel 2000 viene acquistato dal Napoli, in serie A, con cui scende in campo poche volte, segnando solo una rete. Quell’anno è negativo sia per Sesa, sia per il Napoli, che a fine campionato retrocede. Resta per tre anni a Napoli, in serie B, dove colleziona cinquantanove presenze e tre gol. Nel 2004, torna a casa, in Svizzera all’Aarau, dove vi resta soltanto una stagione.

Nel 2006-7 torna in Italia, al Palazzolo, in serie C2. Nel 2006, sbarca a Ferrara, dove ormai esperto e maturo tatticamente, diventa anche il capitano della Spal. Veste la maglia biancazzurra per due anni, collezionando settantasei presenze e segnando venti gol, prima di concludere la sua carriera da giocatore al Rovigo nel 2010.

Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, nell’estate 2012, Sesa inizia la sua carriera sulla panchina del Wohlen, squadra che partecipa al campionato di Serie B elvetica. Attualmente è allenatore in seconda dell’Anderlecht, nella serie A belga.

30 marzo 2016, una data triste. Chi era per lei Roberto Ranzani?

“E’ colui che mi ha chiamato e mi ha portato a Ferrara nel 2006. Ranzani è stata una persona splendida con cui è nata una bella amicizia anche extra calcio. Una persona molto competente nel mondo del pallone. A livello professionale, è stato quasi come un secondo padre. Un grande dirigente di Cosenza, Perugia, Ravenna e Spal oltre che ex giocatore della Spal in Serie A negli anni ’60”.

Nel 2008, Gianfranco Tomasi ha ceduto la Spal a Cesare Butelli. E’ vero che le sarebbe piaciuto restare anche con la nuova proprietà?

“Sì, è vero. Dopo due anni e mezzo, mi avrebbe fatto piacere continuare e restare nonostante la cessione della Spal da parte di Gianfranco Tomasi. Non c’è stato margine di trattativa. Per loro ero un “tomasiano” e non volevano giocatori legati alla precedente proprietà. Oggi, ripensandoci, mi ritengo fortunato. E’ sotto gli occhi di tutti la fine che hanno fatto fare alla società biancazzurra. Avrei voluto continuare perché pensavo di poter dare ancora un contributo alla causa spallina. Alla fine, poiché avevo comprato casa a Ferrara, decisi di firmare per il Rovigo, dove giocai due anni prima di terminare la mia carriera da giocatore”.

Sesa con capocannoniere del Belgio Teodorczyk

Se lo sarebbe mai aspettato che dal baratro della serie D, la Spal, in pochi anni, potesse tornare nel calcio che conta?

“Penso nessuno se lo sarebbe mai immaginato, soprattutto in modo cosi veloce. La Spal è una piazza importante, ha storia e una tifoseria passionale. Penso che questi ultimi tre anni dalla Lega Pro alla A, siano stati qualcosa di eccezionale”.

A Ferrara, ci raccontava prima, ha comprato casa e ha lasciato tanti amici. Un giorno, le piacerebbe ritornare a lavorare per la Spal?

“In futuro, mai dire mai, al momento non ci penso perché sto molto bene in Belgio. Ho rinnovato da poco il mio contratto sino al 2019 con l’Anderlecht. Sto vivendo un’esperienza fantastica perché abbiamo appena vinto il campionato belga. Siamo usciti ai quarti di finale di Europa League contro il Manchester United e l’anno prossimo faremo la Champions League. Questa esperienza da allenatore in seconda di Réné Weiler, è molto utile alla mia crescita professionale”.

Vivendo lontano da Ferrara, è riuscito a seguire la Spal?

“Certamente, la seguo con tanto affetto e appena riuscivo, guardavo le partite in televisione. Mi tengo informato, leggo le notizie e i tabellini riguardi le partite della Spal”.

Ci sono giovani calciatori nell’Anderlecht e nel campionato belga che ritiene pronti per la serie A e che consiglierebbe alla Spal?

“All’Anderlecht abbiamo tanti giovani calciatori di talento, ma costano troppi soldi per la Spal. Per esempio, abbiamo appena venduto Youri Tielemans, classe ’97 al Monaco per 25 milioni di euro più bonus. L’Anderlecht in Belgio ma ormai anche in Europa è un top team e quindi i giovani “forti” del suo vivaio costano. Penso ci siano molti giovani, nel campionato belga, appartenenti a squadre meno titolate che potrebbero giocare alla Spal e in serie A”.

Potrebbe farci qualche nome?

“E’ difficile fare dei nomi, perché da lontano non so quali profili stia cercando la Spal. Mister Semplici e Davide Vagnati sono bravi, competenti e sicuramente allestiranno una bella squadra. Per eventuali suggerimenti, possono chiamarmi”.

David Sesa nel Rovigo

In Belgio e in Olanda, in questi ultimi anni, stanno “sbocciando” tanti talenti. Come mai questo in Italia accade solo marginalmente?

“Ci vuole coraggio a far esordire e giocare i giovani. In Belgio e Olanda ne abbiamo, in altri paesi meno. Devi dare fiducia ai giovani talenti anche quando magari sbagliano alcune partite e non bocciarli subito”.

Come dovrà attrezzarsi la Spal per farsi trovare pronta alla prima giornata ed essere all’altezza anche in serie A?

“La serie A è un palcoscenico molto difficile e diverso dalla serie B. Secondo me, Vagnati ha le idee chiare e sa chi vuole prendere. Sicuramente lui e la società metteranno a disposizione di mister Semplici una squadra competitiva. So che ci sono giocatori in scadenza di contratto che non resteranno e altri in prestito che rientreranno alla base. Dopo, vivendo lontano da Ferrara, è difficile anche capire quanto la società voglia spendere per fare la rosa. Il mio consiglio è di collaborare sia con le grandi squadre che ti possono girare dei giovani interessanti, sia guardare tra i giocatori che nel campionato di serie B appena concluso hanno fatto bene e potrebbero essere pronti per il salto di categoria”.

Ha detto prima che spesso ha guardato le partite della Spal in televisione. Chi l’è piaciuto?

“Mi ha colpito il difensore di proprietà del Torino, Bonifazi. Secondo me ha fatto un ottimo campionato. Anche se penso che l’arma vincente della Spal, sia stata il gruppo. E’ la vittoria del gruppo”.

Cosa ricorda con piacere e cosa meno dei due anni e mezzo trascorsi alla Spal?

“I due momenti più bui e tristi sono state le sconfitte contro la Paganese, semifinale dei play off 2007 davanti al nostro pubblico, e col Portogruaro, un anno dopo, sempre ai play off. Il ricordo più bello, il gol che segnai alla Reggiana, sotto la curva Ovest, e poter essere capitano della Spal, in una piazza magnifica”.

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