Fiscaglia
10 Giugno 2017
La madre ricoverata nel reparto di Rianimazione a Cona si è avvalsa della facoltà di non rispondere al primo interrogatorio

Neonato nel freezer, due vite in frantumi

di Elisa Fornasini | 3 min

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Una mostra storico-documentaria dell’Antifascismo e della Resistenza

L'Anpi di Fiscaglia in collaborazione con il Comune, nel contesto delle celebrazioni del 79esimo anniversario della Liberazione, ha allestito una mostra storico-documentaria dell'Antifascismo e della Resistenza nel comune di Migliarino e Migliaro che sarà inaugurata sabato 20 aprile alle ore 10.30 presso l'ex Teatro Severi a Migliaro

Migliarino. È distrutta, debilitata, a pezzi. Una vita in frantumi come quella della figlia che ha visto nascere, forse già morta o forse spirata poco dopo. A stabilirlo sarà l’autopsia su quel feto già formato di circa 7 mesi e nascosto nel freezer subito dopo l’aborto, anche qui non si sa se indotto o spontaneo. I contorni della tragedia in via Travaglio a Migliarino sono ancora poco chiari ma rimangono spaventosi.

La madre, ancora ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Cona, non ha dato nessuna risposta agli inquirenti che nel primo pomeriggio di venerdì si sono recati al Sant’Anna per il primo interrogatorio. Un tentativo andato a vuoto: la donna, non più intubata ma ancora molto provata dalla vicenda, si è infatti avvalsa della facoltà di non rispondere.

“Non ha risposto non per chissà quale strategia ma perché fa fatica a parlare, non è nelle condizioni di subire un interrogatorio e non ha un ricordo nitido di quello che è successo” spiega Gianluigi Pieraccini, uno dei due avvocati (insieme a Monica Guerzoni) nominati dalla signora, indagata per omicidio aggravato e occultamento di cadavere.

La tesi della difesa è che la neonata sia nata morta, così cadrebbe l’indagine per omicidio aggravato ma rimarrebbe comunque aperta quella per occultamento di cadavere. Ora si attende l’esito degli accertamenti autoptici (già disposti dal pm Isabella Cavallari e che verranno effettuati a breve) per stabilire le cause del decesso del feto, sottoposto a un congelamento per diversi giorni dentro il congelatore a pozzetto dello sgabuzzino della casa.

Le domande degli investigatori sono tante e rimangono senza risposta. È necessario verificare se la 40enne fosse davvero incinta senza saperlo, il perché non si sia fatta aiutare, se abbia davvero tagliato il cordone ombelicale da sola e soprattutto il motivo per cui ha nascosto il corpicino nel freezer. Quesiti a cui la stessa famiglia non sa cosa rispondere, riferendo di non essere a conoscenza della gravidanza.

Il dramma ha visibilmente scosso tutta la comunità e anche il Movimento per la Vita, secondo cui “l’orrore avvenuto a Migliarino dimostra ancora una volta la necessità di avviare subito una campagna informativa capillare sulla possibilità di partorire in anonimato all’interno dell’ospedale o di affidare il neonato alle ‘Culle per la vita’”.

Lo afferma il deputato Gian Luigi Gigli (gruppo parlamentare ‘Democrazia Solidale-Centro Democratico’) e presidente del Movimento per la Vita Italiano: “Nessuna situazione di costrizione o di degrado sociale può essere invocata a giustificazione di simili fatti. Malgrado la buona legge, il parto in anonimato è invece in progressivo calo, mentre aumentano infanticidi e abbandoni in condizioni di insicurezza. Torniamo a chiedere al governo, se non vuole essere corresponsabile di quanto troppo spesso accade, di farsene urgentemente carico, attraverso uno spot di pubblicità-progresso, e alle regioni di diffondere adeguatamente queste informazioni negli ospedali, nei consultori e nelle strutture assistenziali per prevenire aborti, abbandoni all’aperto e infanticidi”.

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