Economia e Lavoro
1 Giugno 2017
Alcuni agricoltori raccontano le grandi difficoltà che stanno incontrando a causa del roditore

Le nutrie sono un problema molto serio per le risaie

di Redazione | 3 min

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Le nutrie sono un problema serio per l’agricoltura ferrarese – ormai si sa – e secondo Confagricoltura Ferrara sono le risaie ad essere particolarmente bersagliate in quanto habitat ideale per questi roditori.

«Arrivi in azienda la mattina e ti trovi la risaia prosciugata a causa delle tane costruite dalle nutrie». A parlare è Pietro Manzoli, co-amministratore dell’azienda agricola Cavazzini e Cotti, 260 ettari di risaie a Jolanda di Savoia. «Questo può pregiudicare l’intera produzione, senza contare il danno economico determinato dalla fuoriuscita di tutti quei metri cubi di acqua. In questo periodo si vedono benissimo le ampie zone in cui il riso è stato mangiato dalle nutrie ed ogni giorno la zona si allarga e così è anche per grano e soia; nei primi 5-6 metri dalla testata degli appezzamenti, le coltivazioni sono state completamente divorate. Abbiamo avuto diversi incidenti a causa delle tane costruite dalle nutrie, vere e proprie gallerie che vengono scavate tra un argine e l’altro e quando ci si passa sopra con i mezzi meccanici accade spesso che il terreno frani. Abbiamo subìto ingenti danni soprattutto per la rottura degli ammortizzatori; è accaduto più volte che i trattori siano sprofondati nelle buche, anche perché queste non sono visibili».

Si cambia azienda ma non cambia la musica: Geremia Baldovino, 200 ettari circa di risaie tra Jolanda e Mezzogoro: «Capita spesso che le risaie vengano prosciugate a causa delle buche fatte dalle nutrie e allora devi lavorare per riparare la falla e reimmettere l’acqua nella risaia, ore di lavoro e costi che si aggiungono. Non parliamo poi degli incidenti con i mezzi meccanici a causa degli argini che franano, è un miracolo che nessuno fino ad ora non si sia fatto male seriamente».

A Giuseppe Fabbri, 11 ettari di risaie in quel di Stellata di Bondeno, nel 2015 le nutrie hanno provocato un danno per 200 quintali di riso grezzo e costretto a pompare acqua giorno e notte per non lasciare in secca la risaia. «Ho una passione per la coltivazione del riso anche se richiede tanto tempo e fatica. Ogni anno, nei mesi che seguono il raccolto, la risaia viene curata, livellata e irrobustita negli argini e nel terreno…ma con le nutrie è in atto una lotta impari. Abbiamo posizionato le gabbie fornite dalla Provincia, ma alcune ci sono state sottratte e i margini della risaia sono tuttora perforati da parte a parte lungo i canali di irrigazione». Fabbri chiede che si intervenga in maniera efficace e risolutiva per porre rimedio a questo problema ormai incontrollabile, anche perché non ci sono più contributi a sostegno per i danni subiti.

Gianpaolo Cenacchi, presidente provinciale e regionale, nonché vicepresidente nazionale della sezione riso di Confagricoltura, conduce con il fratello Riccardo oltre 60 ettari a risaia nel comune di Berra: «Ormai la situazione nelle risaie è gravissima, ogni giorno siamo costretti a chiudere le enormi buche che il giorno dopo sistematicamente ricompaiano. Gli argini che dividono una risaia dall’altra si sono progressivamente ristrette a causa degli smottamenti, al punto da non essere più percorribili con i mezzi meccanici. Questo obbliga ad effettuare costose opere di ripristino, portando altra terra, procedendo a ruspature, livellamenti, utilizzando escavatori eccetera. Sovente le buche provocano il prosciugamento delle risaie e questo, tra le altre cose, rende inefficaci i trattamenti che sono stati effettuati precedentemente, aggiungendo costi su costi. Per difenderci un tempo utilizzavamo una decina di gabbie per le catture, fino a quando non ci sono state tutte completamente sottratte o distrutte. La nutria non è solo un problema di sicurezza idraulica, stradale e di danni all’agricoltura – conclude Cenacchi – ma può rappresentare anche un problema sanitario, data la proliferazione incontrollata che ha fatto sì che vengano insediati anche i centri urbani, senza contare che in più di una occasione ho potuto constatare quanto questo animale possa essere aggressivo».

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