Jolanda. Il Comune di Jolanda uscirà dall’Unione Terre e Fiumi che riunisce i territori di Jolanda, Copparo, Berra, Tresigallo, Formignana e Ro. Una rottura che arriva come un fulmine a ciel sereno, pur dopo mesi di tensioni dovute ai conti. E la decisione presa dall’amministrazione di Elisa Trombin è dettata appunto da motivi economici.
“La pratica va conclusa entro giugno per rendere effettiva l’uscita dall’Unione con il nuovo anno – spiega il sindaco -. La delibera verrà discussa in consiglio comunale ma la data è ancora da definire perché la prima seduta utile, quella del 5 giugno, sarà dedicata alla trattazione del bilancio del 2016”. Un bilancio che, come riportato da Estense.com, segna un ‘buco’ di quasi un milione di euro.
“E’ una scelta importante ma la maggioranza è decisa a proseguire in questo senso – prosegue la Trombin – per via dei costi che si sostengono per mantenere il servizio. Jolanda trasferisce all’Unione 440mila euro anno. Una quota che è sempre aumentata negli anni rispetto alla costituzione dell’ente nel 2009”. Troppe spese rispetto ai servizi offerti, quindi.
E il futuro del paese che non arriva neanche a 3mila abitanti? “Valuteremo la normative e vaglieremo altre soluzioni, di cui si discuterà in consiglio”. Una cosa è certa: dal 2018 il Comune avrà in cassa 440mila euro in più, quelli non più versati all’Unione. Ma dovrà continuare a pagare il debito, 10mila euro al mese, rateizzato fino alla naturale scadenza nel 2021. E saldare l’imponente disavanzo di amministrazione di poco meno di 937mila euro.
La replica di Laura Perelli, sindaco di Formignana e presidente dell’Unione, non è delle più tenere, anche perché “apprendiamo dalla stampa le intenzioni del sindaco di Jolanda, nonostante fossimo da giorni in attesa di una sua conferma di un appuntamento urgente per sottoporle una proposta che a questo punto renderemo pubblica, viste le ripetute assenze in giunta”.
“L’Unione aveva intenzione di tendere la mano ai cittadini di Jolanda per salvaguardare una comunità” spiega la Perelli, che aveva redatto una proposta secondo la quale il Comune di Jolanda poteva rimborsare il debito residuo, pari ad 519mila euro, maturato nei confronti dell’unione in 240 rate costanti mensili, per un periodo di vent’anni, sino alla completa estinzione del debito.
Una proposta che rischia di cadere, visto l’annuncio del sindaco, ma che rimane valida fino al 5 giugno. “Facciamo appello alla responsabilità dei consiglieri – dichiara la presidente – perché votare l’uscita dall’Unione deve essere una scelta consapevole che ha a cascata conseguenze importanti sulla comunità, conseguenze che forse non sono state analizzate e comprese nella loro interezza”.
“Uscire dall’Unione non è come cambiarsi d’abito – attacca la Perelli -. Come pensa il Comune di Jolanda di garantire i servizi ai propri cittadini dopo aver accertato un disavanzo di amministrazione pari a circa 937.000 euro? Non ha personale sufficiente, né può assumerne in quanto soggetto alla sanzione della Corte dei Conti per violazione del patto di stabilità di anni addietro”.
Le conseguenza di questa rottura sono chiare. “Qualora Jolanda decidesse di uscire, le condizioni della rateizzazione andranno riviste perché vengono chiaramente meno i presupposti di solidarietà tra enti che ne costituivano la base: non corrispondere ad un ente circa 700 mila euro per servizi erogati è sintomatico di un modus operandi che parla da solo e che mal si concilia anche con il ruolo di assessore all’interno della giunta dell’Unione stessa, nella quale il sindaco ha ricevuto per qualche anno anche la delega al bilancio”.
“Pertanto, se Jolanda decide di uscire e ritiene che la scelta sia praticabile, che onori i propri debiti e vada dove crede, offrendo garanzie alla comunità che dovrebbe rappresentare. Auspichiamo infatti che una tale decisione venga presa nell’interesse dei propri cittadini e non sulla base delle simpatie o delle antipatie verso i colleghi di giunta”.
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