di Simone Pesci

Una cooperativa che nonostante la crisi aumenta il suo fatturato del 33% rispetto al 2015 incrementando di pari passo anche il suo impatto sociale, con un numero di soci arrivati a 246 e l’entrata a far parte della rete nazionale ‘ComeTe’. E’ ciò che evidenzia l’assemblea dei soci della cooperativa Camelot, tenutasi venerdì sera in Camera di Commercio.

Soddisfatta, e non può non esserlo, la presidente Patrizia Bertelli nel “vedere come si rafforza il ruolo della nostra cooperativa, che presenta numeri soddisfacenti sia sotto il profilo occupazionale”, in un territorio abbastanza ampio, come “quello ferrarese, bolognese e abbiamo iniziato anche nel ravennate”.

Sono intervenuti, per omaggiare questo importante momento di Camelot, il sindaco Tiziano Tagliani, l’assessore del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo e il presidente della Camera di Commercio di Ferrara Paolo Govoni, che da buon padrone di casa non poteva essere assente.

“Sono contento di esserci e di vedere tanti giovani e tante donne in questa sala perché siete il valore assoluto della società” spiega Paolo Govoni. Il significato dell’assemblea è quello di “capire valori e strategie in una prospettiva di sviluppo che, nel vostro caso, sono sicuro avverrà” continua il presidente della Camera di Commercio, apprezzando la scelta di Camelot di redigere un report pubblico, perché è “una scelta di trasparenza e di impatto sociale”, due valori che “sono la base fondamentale della società per ripartire e che devono fare da esempio”.

Anche Tiziano Tagliani pone l’accento sull’età anagrafica del pubblico, elogiando i giovani “che sono la parte più cosciente delle qualità e delle ricchezze di questa comunità”. Secondo Tagliani Camelot è “una realtà importante della città, sia per i campi nella quale si impegna sia perché lo fa anche con creatività”, qualità fondamentale in questo settore “grazie alla quale si svilupperanno dinamiche che segneranno nuovo welfare nella Comunità Europea”.

“Una bella storia, quella di Camelot” esordisce Luca Rizzo Nervo. Una cooperativa “che quotidianamente si impegna sul campo per superare le complessità, in una società che della complessità ne fa una grande banalizzazione”, e che dalla quale “può nascere una base sociale solida, nuovi sviluppi per l’integrazione, e la valorizzazione di competenze professionali verso persone che non trovano sempre la completa realizzazione”.