Politica
27 Maggio 2017
Evidenziati 5 profili di criticità su trasparenza ed economicità dei mandati legali: su nove domiciliazioni sette affidate allo stesso avvocato in via fiduciaria

La Corte dei Conti bacchetta il Comune sugli incarichi esterni

di Daniele Oppo | 4 min

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Cinque profili di criticità con richiami ad adottare procedure più trasparenti e perfino convenienti dal punto di viste economico. È quanto la Corte dei Conti regionale segnala al Comune di Ferrara in merito all’affidamento esterno degli incarichi legali ed è la base di un’esposto alla procura da parte del consigliere comunale di Gol Francesco Rendine.

La deliberazione è stata adottate a seguito dell’adunanza del 9 maggio scorso e si basa su un questionario inviato all’Amministrazione, relativamente ai servizi legali dell’anno 2015.

Il punto di partenza. Prima di esaminare nel dettaglio le criticità riscontrate dalla Corte dei Conti, vediamo quale fosse il substrato di partenza. Il Comune ha dichiarato di avere un ufficio legale composto da tre unità in dotazione organica. Con delibera consiliare, nel 2014 aveva previsto una spesa di 5mila euro all’anno nel “programma incarichi esterni, per collaborazione, studio, ricerca e consulenza per il triennio 2015-2017″. Nessun documento programmatico invece per l’affidamento degli incarichi di rappresentanza in giudizio e di patrocinio, così come nessun disciplinare per l’affidamento di tali incarichi.

Nel 2015 però nove incarichi su quarantuno (il 22%) sono stati affidati a un legale esterno, di questi ben sette allo stesso avvocato, in via fiduciaria. La spesa alla fine risulta essere più del doppio di quella preventivata: 10.919 euro. Altri due incarichi, questa volta per consulenze, sono stati poi affidati esternamente, senza richiedere un preventivo: la prima “sulla base di precedenti incarichi”, la seconda “fondata sulla conoscenza del professionista e sulla richiesta del curriculum”.

I rilievi della Corte dei Conti. Ecco allora cosa dicono i giudici che, come anticipato, evidenziano cinque criticità. La prima riguarda il “mancato inserimento degli incarichi di patrocinio nel documento unico di programmazione o in altro atto di programmazione”. La Corte riconosce che una tale previsione non era strettamente necessaria, ma osserva al contempo che “risponderebbe ad un criterio di buon andamento e di corretta gestione delle risorse pubbliche, anche in funzione di una stima appropriata delle relative coperture finanziarie”.

La seconda criticità è quella della “mancata adozione di norme regolamentari finalizzare a disciplinare l’affidamento dei patrocini legali”. Per i giudici “sarebbe opportuna e dovrebbe tra l’altro prevedere che l’affidamento avvenga, in via preferenziale, in favore degli avvocati interni all’ente”.

Altra misura contestata è quella che riguarda il “ricorso all’affidamento diretto di domiciliazioni legali”. La Corte dei Conti nota soprattutto i sette incarichi su nove totali finiti nelle mani di un solo legale “per importi non trascurabili”. La critica è relativa soprattutto all’affidamento basato sull’intuitus personae, ovvero sul rapporto fiduciario che per la Corte non può costituire la base della scelta che invece “deve orientarsi su un altro criterio di selezione, in particolare il costo più basso, ottenibile tramite una procedura comparativa”. Secondo i giudici peraltro questo tipo di comportamento da parte del Comune di Ferrara si pone in contrasto con la giurisprudenza consolidata della Corte dei Conti “che esclude la possibilità di effettuar[n]e l’affidamento in via fiduciaria. […] La mancanza di una procedura comparativa, infatti, viola i principi di imparzialità, pubblicità e concorrenza“.

Ancora. La Corte dei Conti segnala la “mancata richiesta di preventivo” nei due casi dichiarati dal Comune, che invece si sarebbe basato su “precedenti identici”. I giudici contestano che il decreto legislativo 165/2001 ha stabilito che “uno dei presupposti fondamentali per la legittimità del conferimento degli incarichi professionali esterni è che debba essere predeterminato il compenso della collaborazione”.

Infine c’è la “mancanza di una previa valutazione di congruità del preventivo”. Anche laddove sono stati chiesti, sembrerebbe essersi trattato di una mera formalità dato che la Corte evidenzia come “non è stata formalizzata alcuna valutazione di congruità del preventivo per nessuna delle domiciliazioni affidate”, che “è necessaria per garantire un’attenta e prudente gestione della spesa pubblica”.

Tirando le somme, la Corte invita il Comune a rispettare le normative (che nel frattempo sono anche cambiate, ma in senso opposto rispetto al modo di procedere dell’Amministrazione) “con particolare riferimento alla necessità di valutare, caso per caso e con la massima attenzione, l’opportunità e la convenienza economica di ricorrere a domiciliazioni legali, anche se congiunte al mandato di rappresentanza in giudizio”. Un richiamo viene fatto anche all’organo di revisione, affinché vigili sulla legittimità dell’azione dell’ente nell’affidamento degli incarichi legali.

“Ancora una volta – commenta Matteo Fornasini, consigliere comunale di opposizione (Forza Italia) – la Corte evidenzia numerose criticità rispetto agli affidamenti diretti di incarichi e consulenze, in particolare per quanto attiene gli affidamenti diretti e la mancanza di trasparenza, di economicità e di congruenza delle spese. Esattamente come in passato il sottoscritto ha evidenziato tramite atti ed interpellanze per le consulenze della Holding e delle aziende partecipate affidate direttamente e senza gara ad un unico professionista”.

Rendine, come detto in apertura, ha presentato invece un esposto alla procura di Ferrara chiedendo di valutare se dalle osservazioni della Corte dei Conti emergano eventuali profili di illiceità a carico di appartenenti all’Amministrazione comunale.

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