Politica
24 Maggio 2017
Sei i mesi per raccogliere 50mila adesioni. Sapigni: “Non è un modo per favorire qualcuno ma per migliorare tutti”

‘Ero straniero’, una firma per cambiare il racconto dell’immigrazione

di Redazione | 2 min

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Partirà questo fine settimana la raccolta di firme per chi vuole dire ‘Ero straniero’, titolo della campagna volta a superare la legge Bossi-Fini e investire su accoglienza, lavoro e inclusione. Sono 50 mila le firme da raccogliere in sei mesi per poter cambiare la legislatura in termine nel 2018, a cui si potrà contribuire dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 di sabato e domenica davanti al Mc Donalds’s in piazza Trento e Trieste.

Una campagna che si appoggia ad un ampio raggio di associazioni (fra cui Arci, Acli, Asgi, Caritas, associazione Nadia e Riformarsi) “sia cattoliche che laiche – precisa Mario Zamorani del comitato promotore dell’iniziativa – e quindi equivalenti in termini di qualità e quantità”. Fra le proposte, c’è quella di introdurre il permesso di soggiorno temporaneo di 12 mesi da rilasciare ai lavoratori stranieri per facilitare l’incontro con i datori di lavoro italiani, “anche perché non si capisce come mai chi ha un permesso inferiore ai 3 mesi – sostiene il presidente Arci Ferrara Paolo Marcolini – non possa avere per esempio un ticket pagato”.

Si prevedono poi la regolarizzazione su base individuale degli stranieri che si trovino in situazioni di soggiorno irregolare, il riconoscimento delle qualifiche professionali non solo sulla base del titolo acquisito all’estero ma anche attraverso procedure di accertamento delle effettive abilità e competenze, i diritti previdenziali e di sicurezza anche per coloro che decidono di rimpatriare definitivamente, l’elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno e l’abolizione del reato di clandestinità, abrogando l’articolo 10-bis del decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286.

“Non si tratta di favorire qualcuno, ma di migliorare tutti – asserisce l’assessora Sapigni – di uscire dagli schemi e dagli slogan per arrivare all’informazione, e per permettere a brave persone di poter dire ‘ero straniero’ perchè si è diventati cittadini. Senza la dinamica migratoria ogni Paese è destinato ad un impoverimento sotto diversi punti di vista”: una cosa su cui concorda anche Zamorani, “perché se queste persone le inseriamo nel mondo del lavoro e smettiamo di calndestinizzarle, si va anche verso una maggiore sicurezza”.

Si tratta, secondo l’assessora Roberta Fusari, “di capire come inquadrare il malessere palpabile anche nella nostra città; auspico che questa campagna sia vissuta per conoscere i meccanismi della nostra società, in un momento in cui non si può pensare ad altro che all’umanità”.

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