Cronaca
23 Maggio 2017
Ieri il problematico arrivo di 28 profughi. iIl prefetto Tortora«Siamo in sovraffollamento, se le cose non cambiano sarò costretto ad assumere provvedimenti»

Accoglienza. Situazione al collasso, non escluse misure straordinarie

di Daniele Oppo | 3 min

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Il prefetto Michele Tortora

«Siamo in sovraffollamento, lo dico per primo e abbiamo l’obbligo di trovare una soluzione a valle altrimenti sarà il caos». Non si nasconde dietro a un dito il prefetto Michele Tortora dopo l’arrivo di altri 28 profughi, portati in fretta e furia da Bologna nel pomeriggio di domenica, e sistemati con soluzioni di fortuna tra Ferrara e Codigoro.

Caos che potrà – anzi, dovrà – essere evitato anche ricorrendo a misure straordinarie e non molto amate dallo stesso prefetto: «Se le cose non cambiano – annuncia – sarò costretto ad assumere provvedimenti straordinari, un’inevitabile soluzione che nessuno di noi può gradire ma che potrebbe essere necessaria». Tradotto, tra queste misure ci sono le «requisizioni e l’allestimento di un campo».

Il ‘punto di rottura’ si è verificato domenica: «Ieri la prefettura di Bologna, malgrado la nostra richiesta di essere esentati perché siamo ormai abbiamo saturato i posti – racconta Tortora ai giornalisti – ci ha mandato un pullman con 28 richiedenti asilo. Ci saremmo aspettati un po’ più attenzione nei nostri confronti: Ferrara ha fatto che più della sua parte e, seppure di poco, siamo in credito». Una richiesta evidentemente inascoltata: Ferrara ha ricevuto la sua quota (il 7,9%) dei 350 richiedenti asilo arrivati nell’hub regionale e poi distribuiti ed è andata in crisi. «Abbiamo dovuto trovare posti in assoluta frenesia e ansia nella stessa giornata di domenica – ammette il prefetto -. Abbiamo fatto appello all’Asp per trovare i posti, ma con una soluzione di fortuna: materassi a terra e brande, una soluzione di cui non posso essere orgoglioso». Un punto di rottura che era già vicino: «Se non fosse accaduto ieri, sarebbe accaduto nelle prossime settimane», il fatto è che «abbiamo saturato tutti gli spazi». E il bando per il secondo hub non sembra essere la soluzione: «Fino all’altro ieri non c’era nessuna domanda, ma ci potrebbe dare sollievo per qualche settimana».

I 28 migranti sono stati sistemati a Codigoro (10, nell’albergo Aquila D’Oro) e Ferrara: 7 a Monestirolo e 11 all’hotel La Lupa. «Per la prima volta – spiega Tortora, dando anche la misura dell’emergenza – abbiamo trovato delle sistemazioni dopo l’arrivo, spero che non ricapiti ma non ci giurerei». Sono tutti maschi, provenienti da Bangladesh, Pakistan e Nigeria. E non saranno gli ultimi: «Gli sbarchi continuano e secondo gli ultimi dati del ministero sono aumentati del 35% rispetto allo scorso anno, abbiamo davanti almeno 4-5 mesi di intensa attività di sbarchi».

«Siamo in perenne ansia per la ricerca di posti e se continua così questi episodi sono destinati a verificarsi di nuovo – prosegue Tortora -. Per questo lancio un appello agli amministratori locali, alle parrocchie e al terzo settore, perché abbiamo bisogno di posti, vorrei che una situazione come quella di domenica non si ripetesse».

Ad oggi gli ospiti nella provincia hanno raggiunto quota 1.200 unità circa, 150 di questi inseriti nel sistema Sprar, i restanti ospitati nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas).

Un problema, quello della realtà Ferrarese, generato anche dalla varietà di risposte ricevute a livello territoriale. Se la città di Ferrara è uno dei territori che più contribuisce ad alzare la media dell’accoglienza, ci sono altre realtà che non ospitano, ad oggi sono Voghiera, Mesola, Goro e Lagosanto. «Il motivo è che non abbiamo trovato delle strutture sul posto, nessuno dice “mai qui” ma la realtà è questa. Malgrado gli sforzi per l’accoglienza diffusa, l’obiettivo è stato raggiunto solo in parte. Ci sono Comuni che hanno dato una grossa mano, altri sono sotto la media o si pongono in condizioni di indifferenza se non di ostilità, scoraggiando in vari modi chi mette a disposizione delle case. Ho ricevuto anche risposte sconcertanti – rivela il prefetto -. Un amministratore mi ha detto che siccome nel territorio ci sono obiettivi sensibili lui non può accogliere. Mi sono cascate le braccia, cosa c’entra l’accoglienza dei disperati con il terrorismo?».

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