di Simone Pesci
La Cgil Ferrara, nella mattinata di sabato, ha organizzato un interessante confronto sul tema del cambiamento geo-politico nel mondo. “Siamo molto preoccupati rispetto ai venti di guerra che soffiano e sulla situazione che si sta creando in Medio Oriente e in Corea del Nord”, annuncia il segretario provinciale della Cgil Cristiano Zagatti.
L’arduo compito di spiegare l’evoluzione globale è toccato a Danilo Barbi, il responsabile regionale del coordinamento della formazione sindacale della Cgil. Secondo Barbi la situazione mondiale “assomiglia sempre più a un quadro impressionista o futurista”, ma non certamente ad una delle migliori opere di Boccioni analizzando le riflessioni portate in campo da Barbi: “Molti fenomeni non sono rassicuranti, come l’elezione a presidente americano di Donald Trump”.
Una nomina sulla quale anche l’Europa ha le sue “responsabilità come continente in grande surplus commerciale, e poi il fatto che nonostante la politica di Obama 27 milioni di famiglie americane sono diventate da proprietari di case ad affittuari e i salari sono diminuiti, ha creato un forte effetto di depressione sociale”.
L’analisi di Barbi si sofferma sulla politica economica di Trump “in enorme difficoltà perché non ha la maggioranza nelle due grandi città come New York e Los Angeles” e che preoccupa perché “ha caratteri protezionistici che necessitano difesa armata e la simpatia di Trump nei confronti dell’autoritarismo produce tensione, l’aggressività militare fa parte del suo modo di fare”.
Si arriva poi ad analizzare il forte cambiamento che sta attraversando l’Europa: “La Brexit creerà sovvertimenti economici enormi nei confronti di paesi Ue che hanno scambi commerciali con l’Inghilterra, in Francia invece è stato sovrastato, con le ultime elezioni, un sistema politico durato 60 anni”. A preoccupare in Europa è anche la condizione della Banca Centrale Europea, accusata da Barbi di essere l’unico istituto creditizio ad avere uno statuto che “per mandato costitutivo può prestare soldi solo a banche private, ma non si occupa di economia reale” e questo mette in “grave esposizione la nostra economia”.
Barbi rincara la dose verso la Bce e sui regolamenti comunitari: “L’intero sistema era stato pensato come se una depressione economica non potesse più presentarsi, i rischi in Ue non sono condivisi e quando la crisi si è fatta sentire in maniera più imponente fiumi di denaro dalle banche greche, italiane, spagnole sono finiti in quelle tedesche, che ne avevano meno bisogno. C’è poi il discorso del fiscal compact che se fosse approvato sarebbe una mazzata per ogni discorso di politica espansiva”.
Anche la Cina è un soggetto da tenere in considerazione: “E’ un modello economico, politico e culturale completamente nuovo – spiega Barbi -. In Cina non c’è libertà di movimento di capitali, i capitalisti seguono le linee del governo che permette se investire e dove farlo, inoltre si è costretti a far girare denaro perché esiste una tassazione altissima sui capitali immobili. La loro politica estera è molto intelligente, perché si basa su una specie di baratto, e stanno completamente rivedendo il sistema contributivo sanitario e previdenziale”.
Un tasto dolente è rappresentato dall’area del Medio Oriente dove c’è una “grave catastrofe umana e sociale dove ognuno fa il suo gioco”. Il cambiamento in atto preoccupa, presto il globo potrebbe essere irriconoscibile.
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