La peculiare sensibilità del sindaco non ci fa mai mancare niente. Non si limita, infatti, a praticare con ferma determinazione solo l’illimitata accoglienza agli africani vogliosi di contribuire al benessere di Ferrara facendosi mantenere a vita. Perciò constatiamo ammirati che, perdurando la crisi dell’edilizia, il Tagliani vi pone maestosamente rimedio. E mica con delle chiacchiere, gli effetti si vedono: per alleviare una crisi d’astinenza da cemento, giorni fa si è conclusa una nuova iniezione di quel fondamentale materiale urbanistico. La cementificazione è stata celebrata con l’inaugurazione di una nuova pista ciclabile.
Che sia stata ottenuta violentando con le ruspe il prato centrale separatore delle due corsie di Corso Isonzo, è un dettaglio che solo degli ecologisti pignoli coglierebbero, quindi a Ferrara non se n’è accorto nessuno.
È forse più facile accorgersi che è una ciclabile inutile, perché parallela al tratto del MOF dotato di un marciapiede lungo quanto l’area MOF stessa, frequentato si e no da 20 pedoni al giorno (e il resto, da ciclisti, guarda la combinazione..). Bastava allargarlo un po’ e si otteneva una pista ciclopedonale, come s’è fatto in via Bologna e via Fabbri, per di più già raccordata con via Rampari di San Paolo, e più comoda della nuova perché arriva direttamente in fondo a via Darsena senza altri attraversamenti.
Purtroppo per ragioni di bilancio la Giunta manca dell’Assessorato alla Perspicacia, di conseguenza fanno quello che possono. Che sia per questo leggero handicap che con Tagliani non c’è mai limite al peggio?
Paolo Giardini