Attualità
9 Maggio 2017
“Non siamo una generazione di nullafacenti e neanche dei robot”

Gli studenti rimandano la ‘street parade’ ma non si arrendono

di Redazione | 2 min

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La pioggia ha frenato i progetti degli studenti ferraresi che oggi, come nelle città di tutta Italia, avevano previsto uno sciopero in stile ‘street’ per le vie della città, con tanto di striscione e megafono, per far valere lo loro posizione riguardo la riforma della Buona Scuola e la somministrazione del test Invalsi, che dal prossimo anno per le classi Quinte sarà valutato all’esame di Stato. Il maltempo non ha però fermato gli animi dei circa trenta studenti, fra Ariosto e Roiti, che si sono trovati sotto i portici di piazzale Dante, e che posticiperanno l’iniziativa.

Il test Invalsi, pensato del Miur per valutare l’andamento nazionale degli studenti di tutte le scuole nelle due materie ‘principali’ (italiano e matematica), prevede “che alla fine diano i sussidi alle scuole che vanno meglio – protestano i ragazzi – quando invece ne avrebbero più bisogno quelle che vanno peggio”. Non è solo questo però a scatenare l’indignazione degli studenti, in quanto “il test Invalsi è un sistema esclusivo e non inclusivo. Sprona gli studenti alla competizione, inoltre valuta soltanto il ragionamento logico, che è solo uno dei tanti approcci valutabili”.

Anche alcuni insegnanti si dicono in disaccordo con il test ministeriale, “non solo perché è una mole di lavoro in più non retribuito, ma anche perché non tiene conto delle differenze di indirizzo e soprattutto della propria classe, che ogni insegnante peculiarmente conosce, potendo valutarla e valorizzare i diversi tipi di approccio alla conoscenza”.

“Abbastanza inutile” quindi, lo schieramento di polizia che alle 9 del mattino era già posizionato in piazzale Dante, oltre che per la pioggia, anche perché “non è certo nostra intenzione scatenare atti di violenza: vogliamo solo far capire quello che riteniamo giusto, e soprattutto che siamo capaci di pensare con la nostra testa e di dimostrare qualcosa in autonomia. Non è vero che la nostra è una generazione di nullafacenti, e tantomeno di robot”.

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