Sport
4 Maggio 2017
Momento clou per la carriera del pugile estense che segue una nuova chance mondiale

Boxe. Matano a Parigi all’assalto della cintura europea

di Redazione | 8 min

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È fissato per il 18 maggio a Parigi il prossimo appuntamento di Marcello Matano, Il Capitano: XI arrondissement, rue Amelot a Le Cirque d’Hiver, una location d’eccezione, che, anche grazie a quella che si profila essere una sfida di tutto rispetto, diverrà un vero e proprio teatro di emozioni.

Un momento clou per la carriera di Marcello, il ragazzo nato sulle rive del Po – ad Occhiobello – e di fatto residente a Ferrara alla corte di Roberto Croce della Ferrara Boxe, dove Matano ha avviato e consolidato grandissima parte della propria carriera pugilistica. A maggio il crocevia per Marcello, nell’assalto a una cintura europea che varrà molto probabilmente una nuova chance mondiale.

Sei anni di professionismo e 19 incontri, di cui 17 vinti e 2 persi, Re del ring italiano (campione d’Italia), tre volte detentore del titolo Intercontinentale, questo il palmares di Matano, che lo scorso anno ha tentato l’assalto alla vetta del mondo passando per la semifinale mondiale, in cui in Pennsylvania è stato “fermato” da Julian Williams. Williams a sua volta nella sfida al vertice si è arreso all’imbattuto Jermall Charlo (25 match vinti su 25 disputati di cui 19 per KO), che dopo il match dello scorso dicembre, in cui ha messo KO Williams al 5^ round, ha lasciato vacante il titolo mondiale IBF dei Super Welter per passare di categoria.

A contendersi la cintura della vetta del mondo sono stati chiamati il numero 2 e il numero 3: Tony Harrison e Jarrett Hurd. Hurd ha avuto la meglio con una vittoria per KOT il 25 febbraio 2017 in Alabama (20°vittoria per Hurd, di cui 14 prima del limite).

Vitu (prossimo avversario di Marcello) e Matano sono dunque saliti nel ranking con lo “scorrere avanti” di Hurd e la perdita di punti di Harrison, il francese è ora nella posizione numero 3, mentre Marcello al numero 4 è così che la sfida del 18 maggio si suppone possa valere non solo la cintura europea, ma anche il pass per volare oltre oceano a sfidare l’imbattuto Jarrett Hurd, per la cintura di Campione del Mondo IBF dei Super Welter.

Una sfida troppo importante per non prepararla al massimo delle possibilità. È così che Marcello si sta allenando senza sosta da ormai tre mesi, con tutto quello che comporta la preparazione per una sfida di questa caratura, dall’alimentazione agli allenamenti frequenti, sempre più duri. 24 ore scandite dagli orari di allenamento, alimentazione e recupero: un lavoro sul fisico, ma anche sulla mente.

Sempre e comunque fedelissimo alla sua Ferrara e alla sua preparazione all’ombra del Castello Estense, nella palestra che ne ha consacrato la nascita e la crescita (Ferrara Boxe), Marcello tornerà venerdì 5 maggio, per i 10 giorni di rifinitura prima di partire alla volta di Charles de Gaulle, dopo questo ultimo mese trascorso a Londra ad allenarsi.

Come mai proprio Londra, Matano? “Volevo migliorare la mia preparazione respirando un’altra aria – dichiara Marcello -, mettendomi a confronto con altre realtà, che potessero portarmi ad un upgrade tecnico e di preparazione. Potevano esserci altre location in Europa, ma indubbiamente l’Inghilterra in generale e Londra in particolare vanta un tessuto sportivo pugilistico importante. A onor del vero la scelta si è orientata qui per un incontro anche casuale: tempo fa ho fatto visita ad un amico che vive a Londra, ho conosciuto questa palestra londinese di grande tradizione, la Rooney’s Gym, e così è nato il contatto ed ora è qui che mi sto allenando da diverse settimane. Sono seguito molto bene, in una realtà in cui è molto più facile trovare sparring e in cui c’è una grande cultura di boxe”.

La metropoli londinese è infatti culla per tanti amanti e praticanti della noble art e la Rooney’s Gym è palestra di grande tradizione. Da oltre 40 anni insegna boxe, allena pugili, sia professionisti che amatori lavorando sulla preparazione degli atleti a 360°: dalla preparazione fisica, a quella tecnica e mentale.  È così che Marcello, dalle rive del Po, si sposta alle rive del Tamigi: corse mattutine e serali, dall’alba al tramonto non ci si ferma mai, sedute di guanti, sparring, lavoro a vuoto davanti a Buckingham Palace, questi i cardini della “nuova vita londinese di Marcello”. Un’esperienza che vale un europeo e forse un mondiale e che, comunque vada, sarà un pezzo di vita da incorniciare per questo ragazzo, dal punto di vista della crescita personale e della formazione. “Qui sono da solo, – racconta Marcello – sono concentrato sulla sfida e sto cercando di assorbire al meglio tutti gli insegnamenti, non c’è tempo per altro, se non per l’allenamento e la preparazione al match contro Cedric Vitu”.

E come è normale che sia i pensieri e la testa frullano tutti intorno a quel 18 maggio. Matano è ben conscio del peso che la sfida rappresenta per lui, eppure pare sereno, sebbene l’assalto a Cedric Vitu non sarà una passeggiata sugli Champs Elysées: “E’ un gran picchiatore, – Marcello descrive il suo avversario – che ha vinto 14 volte per KO su 20 match, è il campione in carica, conquistò il titolo battendo Fiordigiglio a Brescia 2015 e da lì lo ha difeso due volte contro Santos e Varon. Però, lo ritengo alla mia portata, sebbene sarà vietato sbagliare. Vitu è mancino, non ho mai affrontato un mancino nei professionisti, solo nei dilettanti”.

Le braccia lunghe e la boxe di Vitu sembrano quindi non spaventare più di tanto Matano: “Sarà una battaglia, vera, dura, daremo vita ad un grande spettacolo: lui è veloce, ma lo sono anche io, lui sa piazzare colpi intensi e una boxe vivace, ma io non sarò da meno. Sono stato campione d’Italia, ho vinto tre volte il titolo Intercontinentale, – Matano si fa coraggio – ho combattuto in America per la semifinale mondiale contro un avversario che fisicamente sembrava molto ma molto più pesante di me… ho anche io la mia esperienza da spendere ora, specie dopo il mio mese londinese estremamente formativo. Se ripenso al match per la semifinale mondiale so esattamente dove ho sbagliato e quello che mi è costato: dovevo continuare a fare la mia boxe, invece quando ho sentito di essere in svantaggio ai punti ho pizzato un attacco arrembante e colpi più aggressivi, concentrandomi sull’attacco e non sulla difesa. Nel fissarmi sul colpire mi sono lasciato scoperto e lì Williams mi ha piazzato il colpo che per lui è stato decisivo. Ora sono cresciuto”.

L’aria britannica di una città della boxe, di “palestre”, città cornice di grandi eventi ha dato dunque una nuova energia al pugile estense: “Lavoro molto anche per migliorare la mia tecnica, i colpi, l’intensità e la qualità, il lavoro sulle gambe, mi vedo cresciuto e migliorato. Già lo scorso anno prima della semifinale mondiale ero andato all’estero per allenarmi, in America, prima del match. L’esperienza inglese è diversa, entrare in questo tessuto e viverlo porta a toccare con mano tutto un altro mondo, viverlo, assaporarne la cultura pugilistica e farla propria. Non è un tradimento delle mie origini, è solo un miglioramento e un’integrazione, la rifinitura è sempre fissata a Ferrara, con Roberto Croce e Matteo Guerzoni, il mio preparatore”.

Respirare Boxe in una realtà che la Noble Art la vive e la rispetta in che percentuale aiuta ad allenarsi meglio? “Sicuramente è più facile trovare sparring di livello, – replica Matano – poi è proprio la cultura e la grande presenza di palestre e pugili sul territorio, tra cui appunto la Rooney’s Gym, all’interno della quale sono seguito al meglio. Un esempio di come la boxe si viva diversamente l’ho ulteriormente provato lo scorso fine settimana, con il match tra Anthony Joshua e Volodymyr Klyčko, per vedere il match tramite le tv dei pub era necessario prenotare il tavolo e richiedere la possibilità di vedere l’incontro”.

L’ha scritto anche sui social, Matano, “Solo in Italia la Boxe non viene presa seriamente”, poi ha descritto le emozioni che le ha regalato il match, si è rivisto nel combattimento? “In un certo senso. Sebbene sia stato l’incontro stesso a regalare emozioni, grazie al seguito di pubblico, alla partecipazione di tifosi, addetti ai lavori, dei media. Purtroppo in Italia il pugilato è vittima di una decadenza, di una cultura che sta cambiando e fa male notarlo. Qui si respira un’aria diversa, è indubbio. Il match è stato entusiasmante vederlo in mezzo a tante persone, si respirava pathos e viverlo insieme a tanti è stato un po’ come essere presente ai lati del ring. Joshua è un campione, ma Klyčko ha dato vita a un grande match e il suo orgoglio e la sua dedizione alla Boxe devono essere un esempio per tutti”.

Come va con la lingua qui a Londra? “Miglioro anche qui, – scherza Matano – anche se ancora mi esprimo a gesti”.

Sebbene nel mondo dello sport forse ci sia meno bisogno di parole, con una sinergia data dalle passioni e dal lavoro in palestra che probabilmente va oltre qualsiasi ostacolo linguistico. Ora a Marcello non resta in realtà che esprimersi “a guantoni” più che a gesti: ancora due giorni londinesi, poi Ferrara per gli ultimi ritocchi e poi il sogno: Parigi 18 maggio dove lo attenderà il mancino Cedric Vitu sul ring che può valere la corona europea e, perché no, la speranza di combattere poi, in caso di vittoria, per lo scettro Mondiale.

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