Lettere al Direttore
29 Aprile 2017

L’illusione del controllo

di Redazione | 8 min

Nella mente di alcune persone, il nostro mondo è un “diorama”: un “presepe” all’interno del quale è possibile piazzare a piacimento personaggi di vario tipo. Un teatrino immutabile in cui ogni personaggio si attiene ad un ruolo preciso e svolge la propria funzione in modo del tutto prevedibile: il fabbro resta sempre all’interno della sua officina e batte sempre il ferro che è ancora caldo, il fornaio resta sempre all’interno del suo forno, con il suo grembiule bianco, e continua a sfornare sempre le stesse coppie di pane, il poliziotto resta in piedi di fronte alla scuola e garantisce che tutto continui a ripetersi senza sorprese. Nella mente di queste persone, il mondo è un meccanismo. Può essere affidato ad un esperto orologiaio e “tarato” in modo tale che ad ogni ora faccia risuonare i suoi rintocchi.

Il mondo reale, però, non è un presepe. La vita non è così prevedibile e controllabile. I personaggi non si attengono sempre al loro ruolo e non sempre soddisfano le nostre aspettative.

Proprio in questi giorni, stiamo avendo una dimostrazione molto chiara di cosa sia la vita vera: oltre 1000 uomini (mille!) delle Forze dell’Ordine e dell’Esercito, supportati da cani, elicotteri, telecamere ad infrarossi e droni, non sono ancora stati in grado di catturare un singolo uomo (Igor “Il Russo” Vaclavic, alias Norbert Feherer) in fuga nelle valli del Mezzano dopo circa 20 giorni (venti giorni!) di ricerche a tappeto. Per capirci: questa operazione, è già costata almeno due milioni di euro. Due milioni di euro sottratti alle scuole, al “pronto soccorso” del Sant’Anna e ad altre attività importanti, solo per riuscire a catturare un solo uomo.

Si potrebbe pensare che questo sia dovuto alla natura “vasta” ed “impervia” del territorio da esplorare ma non è così. Per anni il Palaspecchi, che si trova a soli 200 metri di distanza dal più grosso e trafficato centro commerciale della Città (l’IperCoop “Il Castello”), è stato il rifugio di immigrati clandestini, sbandati e piccoli criminali di ogni tipo senza che nessuno sia riuscito, in nessun modo, a sfrattarli. Il Grattacielo e l’intera “Zona GAD” sono un problema di scottante attualità da almeno dieci o quindici anni. La zona dedicata ai campeggiatori del parcheggio “ex-MOF” è un altro esempio della stessa situazione. Aree piccolissime e vicinissime al centro storico sono altrettanto difficili da controllare di quanto lo siano le valli del Mezzano. Basta solo non avere i mezzi per sorvegliarle.

La vita non perde occasione per ricordarci un concetto molto fastidioso ma in fondo molto semplice: noi possiamo mantenere il controllo della situazione, ed imporre il rispetto della legge, solo spendendo una follia in uomini e mezzi. Questo significa che, in pratica, siamo in grado di mantenere il controllo della situazione e di imporre il rispetto delle leggi solo in poche aree poco estese del nostro territorio; di solito soltanto nei centri storici delle città. In realtà, anche nei centri storici delle città siamo in grado di mantenere l’ordine solo investendo cifre considerevoli in “strumenti” di vario tipo: poliziotti, pattuglie, centrali operative, telecamere, sistemi di allarme, etc. In molti casi, il caos ed il crimine riescono a farsi strada anche in queste aree protette, come ha ben dimostrato la “spaccata” alla Gioielleria Scopa (Angolo Porta Reno – Via Cortevecchia) di qualche settimana fa.

Molto semplicemente, la vita non è ordinata e prevedibile come un presepe. I “personaggi” della vita reale non restano sempre al loro posto, intenti a svolgere la funzione a loro assegnata dal “Grande Coordinatore”. Le persone che popolano il mondo reale sono dotate di una propria volontà. Perseguono fini propri. I loro scopi sono raramente in sintonia con i nostri. Anzi: spesso sono in aperto conflitto con quelli di molte altre persone. La vita vera è caotica.

Noi possiamo imporre un minimo di ordine a questo caos solo a patto di fare i due investimenti di base che qualunque società “avanzata” deve fare: spendere una follia per dotarci dei mezzi di controllo e contrasto necessari (poliziotti, pattuglie, armi, centrali di controllo, sistemi di allarme, telecamere, etc.) e spendere una enorme quantità di tempo, fatica, risorse e… intelligenza per farne l’uso migliore.

Quando dico “spendere una follia” sto facendo riferimento ad un ordine di grandezza che molte persone trovano semplicemente inconcepibile. Provo a darvene un’idea qui di seguito.

Per controllare in modo appena soddisfacente il territorio di una città di piccole (PICCOLE) dimensioni, come Ferrara, vengono utilizzate abitualmente circa 100 persone per turno (quindi almeno 400 – 500 persone in tutto) tra Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale e Vigli Urbani. A queste bisogna poi aggiungerne un’altra ventina di “indotto” (i servizi logistici che servono a far funzionare Polizia, Carabinieri e via dicendo). Oltre questo, vengono impiegati almeno 10 o 12 veicoli per turno, appartenenti alle varie armi. In pratica un piccolo esercito delle dimensioni più o meno della Brigata “Folgore” e che costa qualcosa come 20.000.000 (venti milioni) di euro l’anno solo di stipendi (circa trenta milioni se si considerano anche le spese di strumentazione ed infrastrutture). Dividendo i 20.000.000 di euro dei soli stipendi per i circa 110.000 abitanti di Ferrara, sono poco meno di 200 € a testa l’anno, più o meno come l’abbonamento “base” a Sky. Tutto questo per mantenere sotto controllo un’area di circa 25 Km quadrati (cioè circa 800.000 € per Km quadrato) .

Se si volesse estendere lo stesso livello di controllo all’intera provincia (circa 2600 Km quadrati), sarebbe necessario spendere qualcosa come due miliardi e cento milioni di euro l’anno. In pratica, lo stesso ammontare di una piccola “finanziaria”. Tutto questo solo per la provincia di Ferrara. Immaginate cosa vorrebbe dire sottoporre allo stesso livello di controllo l’intero paese (circa 300.000 Km quadrati di superficie e circa 60.000.000 di abitanti).

Questo è “il” punto che non si riesce a far capire ai “grandi progettisti di presepi” là fuori: garantire sicurezza e ordine non è una questione di volontà. È una questione di soldi.

Un fiume di soldi.

Per pagare gli stipendi dei poliziotti servono soldi. Tanti soldi.

Per fare indagini servono soldi.

Per catturare i latitanti servono altri soldi.

Per tenere in galera i cattivi servono soldi (che dobbiamo sottrarre agli ospedali).

Per presidiare le frontiere servono ancora più soldi (che servirebbero a sistemare i ponti prima che crollino…).

Per buttare fuori gli indesiderati prima che facciano danni servono ancora altri soldi.

Sempre soldi.

Soldi che non abbiamo mai avuto, non abbiamo e non avremo mai.

Quindi, dobbiamo rassegnarci al fatto che non saremo mai in grado di controllare in modo capillare ed efficace il nostro territorio?

No.

Quando viene richiesto il suo intervento, la Polizia è perfettamente in grado di far arrivare una o due pattuglie (cioè due o quattro uomini armati ed addestrati) sul luogo di un crimine in qualunque punto della città in cinque – sette minuti. Ho avuto modo di “collaudare” io stesso, in prima persona, l’efficienza della Polizia di Stato in almeno un paio di occasioni e posso confermarvi che le cose stanno veramente in questo modo. Come si è visto qualche settimana fa, in occasione della “festa” degli immigrati alla base del Grattacielo, la Polizia è perfettamente in grado di far confluire sulla zona anche dieci o dodici auto, per complessivi venti o trenta uomini armati, nel giro di pochi minuti. Sono forze sufficienti per sedare una sommossa. In situazioni limite, come quella che si sta presentando in questi giorni nel Mezzano, la Polizia è in grado di dispiegare un vero e proprio esercito dotato di automezzi, elicotteri, gommoni, visori notturni ad infrarossi, cani e altre diavolerie.

Non sono le braccia che ci mancano.

La ragione per cui è così difficile mantenere sotto controllo certe zone è che non c’è nessuno che possa accorgersi della presenza di malintenzionati o del fatto che abbia luogo un crimine.

Ci mancano gli occhi.

Sia che si tratti del parcheggio dell’ex-MOF, sia che si tratti del Palaspecchi, sia che si tratti delle valli del Mezzano, non c’è nessuno che possa vedere cosa sta succedendo e che possa chiamare la Polizia. Ovviamente, sarebbe impossibile presidiare queste zone facendo uso di veri uomini armati in divisa. Quello che si può fare, invece, è affidare questo compito alla tecnologia: telecamere, sistemi di tele-vigilanza, sensori e in alcuni casi persino attuatori.

Non si tratta di delegare ad una stupida telecamera il ruolo che può essere solo di un agente di Polizia. Nessuno si aspetta che la telecamera si “schiodi” dal muro e rincorra il ladro. Si tratta di affidare alla tecnologia il compito che è sempre stato della “sentinella”: rilevare un problema e dare l’allarme.

Quanto sia efficace la tecnologia come strumento di sorveglianza lo si può vedere nella valli in cui si allevano le vongole. Solo grazie alle postazioni fisse e mobili dotate di telecamere ad infrarossi si è riusciti a contrastare in misura accettabile la pesca di frodo. In modo simile, basta fare un giro in alcune cittadine poco distanti dalla nostra per vedere come vengono utilizzate le telecamere di sorveglianza in ambiente urbano. Treviso ed Abano Terme, per fare due esempi, sono quasi completamente sorvegliate da due o quattro poliziotti per turno, comodamente seduti all’interno della loro centrale operativa, grazie ad una rete di telecamere che copre gran parte del territorio comunale. Al minimo cenno di problemi, uno di questi poliziotti fa convergere sul luogo del crimine il numero di pattuglie necessario per contrastarlo.

In conclusione, prima di spedire l’ennesima lettera di protesta ai giornali, accusando il Sindaco, la Giunta, la Polizia, i Carabinieri, la Polizia Municipale, i Vigili Urbani e San Gennaro di avervi abbandonato nelle mani di “Igor il Russo”, fermatevi a riflettere.

Chiedere più uomini e più mezzi è inutile e non è realistico. Non solo non abbiamo i soldi per farlo ma – soprattutto! – non servirebbe a niente. Sarebbe come tentare di svuotare il mare con un secchio.

Quello che si può e si deve fare è installare sensori e telecamere che permettano di controllare il territorio. Questo è solo in parte un problema del Comune o della Polizia. La stragrande maggioranza della superficie che si vuole controllare, in qualunque città, non è di proprietà del Comune, della Regione o dello Stato: è proprietà dei privati. Solo i proprietari (cioè VOI) possono installare i necessari sistemi di sorveglianza in quelle aree.

Alessandro Bottoni

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