Cronaca
29 Aprile 2017
Maxi sequestro al porto di Genova di alluminio e rame sottratti da ferrovie, rete elettrica e telefonia

Azienda ferrarese esporta illegalmente rifiuti pericolosi e rame rubato

di Redazione | 2 min

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Un’azienda ferrarese al centro di un traffico internazionale di rifiuti pericolosi e di rame e alluminio rubati. E’ il giro d’affari milionario tra Italia ed Estremo Oriente sgominato dalla guardia di finanza di Genova al culmine di un’indagine coordinata dalla procura di Ferrara.

Una connessione malavitosa collega la città estense al capoluogo ligure, come dimostrato dal recente maxi sequestro al porto commerciale di Genova Voltri. Le Fiamme Gialle hanno scoperto e sequestrato sulle banchine del Vte undici container pieni di rame e alluminio rubato e altri rifiuti speciali che stavano per essere spediti da una ditta di smaltimento di Ferrara in Cina e Pakistan.

In tutto sono state recuperate quasi 300 tonnellate di materiale illecito, 228 tonnellate di rifiuti speciali e 54 tonnellate di rame e alluminio rubati dai cavi di ferrovie, rete elettrica e telefonia in zone del centro e sud Italia ai danni di Telecom, Enel, Terna, Acea e Ferrovie dello Stato. Il valore della refurtiva è ingente quanto il danno economico patito dalle aziende derubate: il furto di rame ha provocato il blocco di treni e della fornitura di energia elettrica e telefonia. Un danno quantificato in 10 milioni di euro, 7 dei quali solo in danno di Rfi.

Le complesse indagini, svolte in collaborazione con l’Ufficio Antifrode della Dogana di Genova e con l’Osservatorio nazionale sui furti di rame del Ministero dell’Interno, erano partite da un sospetto maturato intorno all’azienda ferrarese che esportava i rifiuti invece di smaltirli correttamente. Dietro a questa operazione, istituita dalla ditta estense per abbattere i costi di smaltimento in violazione della rigorosa normativa comunitaria e nazionale in materia, si nascondeva un altro business per la ricettazione dei cavi in rame e alluminio rubati.

Il rappresentante legale dell’azienda ferrarese che esportava la refurtiva è stato denunciato per ricettazione, traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi, falso ideologico per le fittizie attestazioni fatte sui documenti presentati in Dogana per l’esportazione della merce.

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