Politica
29 Aprile 2017
Quasi il 76% degli avviamenti al lavoro nel 2016 sono stati fatti tramite il ricorso al contratto a tempo determinato

Grazzi (Cgil): Basta guardare Ferrara per capire il fallimento del Jobs Act

di Redazione | 3 min

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La Cgil alimenta la disinformazione? Meglio guardare cosa fa la politica. Riccardo Grazzi, responsabile mercato del lavoro della Cgil di Ferrara replica a distanza a Eric Zaghini.

Il responsabile economia del Pd di Ferrara su Estense.com aveva criticato Cristiano Zagatti sui dati relativi al Jobs e per Grazzi “non c’è alterazione nel rappresentare le reali condizioni di lavoro”.

“Ciò che Zaghini ignora delle considerazioni del segretario della Cgil Zagatti – prosegue Grazzi – sui dati del mercato del lavoro ferrarese è il senso politico che traspare chiaramente dai numeri e dalle statistiche sugli andamenti occupazionali e sulle tipologie contrattuali che hanno connotato con maggiore significatività il nostro territorio negli anni 2015-2016”.

Vale a dire che “l’enorme prepotente impalcatura ideologica costruita dal governo attraverso gli interventi legislativi in materia di lavoro si sta sgretolando, perde colpi e consenso istituzionale e popolare, perché mostra la sua inutilità e iniquità”.

Secondo il sindacalista la riforma dei rapporti di lavoro e i sussidi alle imprese non hanno comportato un reale accrescimento dell’occupazione. Al contrario se aumentasse l’occupazione a parità di produzione le imprese abbatterebbero la produttività, riducendo gli investimenti e lo stock di capitale.

“Zaghini che è un economista questo lo sa bene – aggiunge -, e lo sanno ancora meglio gli imprenditori che nonostante gli esoneri contributivi e la libertà di licenziare assumono con estrema parsimonia e preferibilmente, quando lo fanno, assumono con contratti a termine”.

E Ferrara non fa eccezione. “Quasi il 76% degli avviamenti al lavoro nel 2016 sono stati fatti tramite il ricorso al contratto a tempo determinato, comunque mostrando un calo quantitativo rispetto al 2015. Solamente il 6,8% degli avviamenti è avvenuto mediante il ricorso al contratto a tempo indeterminato. Il lavoro somministrato con poco più del 10% nel 2016 registra un sostanziale mantenimento di quota di avviamento rispetto al 2015 ma in modo deciso, se misurato nella serie storica dal 2011 ad oggi, segnala una crescita importante”.

“In un paese – continua Grazzi – in cui il lavoro interinale sopperisce alle esigenze delle imprese pur costando maggiormente rispetto ad altre forme di impiego e surclassa il lavoro stabile del 3%, possiamo dire davvero, rinunciando alla protervia e alla retorica della propaganda, che le politiche del lavoro hanno favorito la stabilizzazione dell’occupazione? Evidentemente no. L’instabilità, l’incertezza, la precarietà pervadono insistentemente l’economia del lavoro e sono esse stesse condizioni che generano la continuazione della crisi del sistema”.

Senza considerare che, se l’Emilia Romagna sta meglio del resto del Paese, “Ferrara sta peggio dei rimanenti territori regionali. Due dati dovrebbero allarmare chi fa politica: il primo si riferisce al fatto che a Ferrara l’occupazione privilegia la fascia di età 55/59, il secondo che i settori ove si espande l’occupazione sono esclusivamente quelli meno qualificati”.

“Vorrei dire a Zaghini – conclude Grazzi – che siamo di fronte alla occupazione povera dei meno giovani e alla disoccupazione strutturale delle giovani generazioni che, in quanto escluse dal lavoro, non partecipano alla vita politica, non certamente per scelta.
Giovani che si venendo tagliati fuori dal lavoro lo sono conseguentemente dallo spazio politico, dalla cittadinanza, dalla democrazia. Un uomo politico che si fregia di essere appartenente ai Democratici dovrebbe riaprire il confronto partendo da questo, senza alterigia (non ne vedo la ragione e dissento sulla sua utilità) nei riguardi delle parti sociali, senza porre veti o condizionamenti al proprio interlocutore”.

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