Cronaca
27 Aprile 2017
Dopo gli avvisi di garanzia ai 12 indagati rimasti per l'aumento di capitale parla il procuratore capo Bruno Cherchi

Carife. “Un punto fermo dopo due anni d’indagini”

di Daniele Oppo | 3 min

Leggi anche

Muore Gabriella Sturani, l’addio di Vasco alla sua “Gabri”

E' stata partner di Vasco Rossi negli anni Ottanta e dalla relazione con la rockstar ha avuto un figlio, Lorenzo, riconosciuto dal padre nel 2003. Gabriella Sturani, originaria di Masi Torello, si è spenta a soli 56 anni, e i dettagli della morte non sono ancora stati resi pubblici. Ma è pubblico invece lo struggente post instagram scritto da Vasco e rivolto a Lorenzo

Sfugge all’alt. “Non sapevo che erano poliziotti locali”

È stato interrogato ieri (mercoledì 27 marzo) il 26enne ferrarese che, lo scorso 28 febbraio, mentre si trovava a bordo della sua automobile, lungo via Baluardi, non si sarebbe fermato all'alt che gli era stato imposto da un poliziotto locale in abiti civili

Topi nel magazzino dove tengono le farine, sequestri per 80mila euro

Nella giornata di martedì 26 marzo sono stati intensificati i controlli dei carabinieri nel territorio comunale di Cento (e zone limitrofe) con l'obiettivo di prevenire e reprimere i reati contro il patrimonio e lo spaccio di sostanze stupefacenti, anche tramite l'impiego dei Nas, che hanno controllato aziende alimentari per accertare il rispetto delle normative sanitarie

da destra: il procuratore Cherchi e il colonnello Lancerin

Quindici faldoni, migliaia di pagine, dodici indagati rimasti per le operazioni dietro l’aumento di capitale da 150 milioni varato da Carife nel 2011. “Un punto fermo dopo quasi due anni d’indagini”, secondo il procuratore capo Bruno Cherchi.

“Indagini iniziate prima della dichiarazione d’insolvenza, un procedimento particolarmente complesso anche per motivi tecnici e sui cui non c’è molta giurisprudenza”, spiega ancora Cherchi che nella tarda mattinata di giovedì ha convocato la stampa per una conferenza, tenuta insieme al comandante delle Fiamme Gialle di Ferrara, il colonnello Sergio Giovanni Lancerin, “che ha seguito personalmente le indagini”.

Indagini difficili, anche perché “centinaia di persone hanno proposto denuncia” e tutti gli atti sono finiti sotto la lente d’ingrandimento della procura (pm Stefano Longhi e Barbara Cavallo) e della guardia di finanza. I risultati, i faldoni e le migliaia di pagine, sono stati digitalizzati per essere consegnati alle difese dei dodici indagati e rendere loro il compito più agevole.

“Dalle indagini – spiega il procuratore – abbiamo riscontrato che gli atti proposti ai diversi Cda (tutti finiti inizialmente sotto indagine) erano non corretti e una parte dei consiglieri di amministrazione non ha potuto avere contezza reale di quello che stava accadendo, ecco perché ci sono state delle esclusioni”. Cadono dunque le accuse per i vari componenti dei cda senza ruoli direttivi, per i sindaci, i componenti del collegio dei revisori, i vertici della Fondazione, gli amministratori della Popolare di Bari e Cividale, la cui partecipazione all’aumento di capitale è stata ritenuta corretta.

Rimangono gli ex vertici di Carife, una parte dei membri della struttura tecnica che ha collaborato alla stesura dei prospetti, un membro della società di revisione e due funzionari di Caricesena e Valsabbina, banche che parteciparono all’aumento di capitale. Le accuse, a vario titolo, sono quelle di formazione fittizia di capitale (operata dalle banche con sottoscrizioni reciproche abbastanza complesse), falso in prospetto, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e, infine, come conseguenza della formazione fittizia del capitale, la bancarotta fraudolenta. Gli indagati rimasti sono  i massimi vertici della vecchia banca, vale a dire l’ex dg Daniele Forin e l’ex presidente Sergio Lenzi, le figure apicali delle banche ‘complici’ (Ezio Soardi per Valsabbina e Germano Lucchi per Caricesena), i funzionari Davide Filippini e Michele Sette, Paolo Govoni in qualità di referente di Carife Sei, e Michele Masini della società di revisione Deloitte &Touche, oltre ad altri due funzionari di Carisena e Valsabbina e altri due di Carife.

“Tutta l’attività svolta – riferisce ancora Cherchi – ha fatto emergere spunti che verranno valutati nelle indagini per il fallimento”, ovvero per il secondo filone si indagini seguito dalla procura, nato dopo la risoluzione di Carife e separato sia per le difficoltà intrinseche della prima tranche che per evitare la prescrizione.

Ora i dodici indagati che hanno ricevuto l’avviso di garanzia hanno venti giorni per avanzare delle difese o farsi interrogare in procura dopo che molti, finora, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Prima di questi tempi tecnici non verrà fissata l’udienza preliminare, che comunque non si svolgerà nel tribunale di Ferrara perché non ci sono spazi idonei ad accogliere le centinaia di parti offese che hanno proposto le denunce, né tutte le altre – come gli azionisti – che verranno chiamate. Il tribunale si sta già muovendo in via cautelativa per prenotare ampi spazi: o alla fiera o alla sala congressi dell’ospedale di Cona.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com