Sport
26 Aprile 2017
Il punto della situazione visto dal dg Zazzaroni

Pallacanestro Vigarano, il bilancio in serie A

di Redazione | 5 min

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Da quest'anno la bocciofila supporta il progetto Cip al Centro di riabilitazione San Giorgio, dove si promuove la boccia paralimpica. La società può contare su un solido staff composto da numerosi istruttori giovanili, paralimpici e tecnici di 1° e 3° livello, tra cui alcuni laureati in scienze motorie

La stagione della Meccanica Nova Vigarano si è chiusa ormai da un paio di settimane. Riviviamo l’annata 2016/2017 nelle parole del dg Ennio Zazzaroni, con un primo sguardo sull’immediato futuro.

Partiamo dalla fine, semplice e facile: quarti di finale…

“Sicuramente una soddisfazione. Un ottimo risultato, che gratifica ancora di più le difficoltà del quotidiano; fare sport è un privilegio, così come essere a certi livelli, frutto di programmazione e lavoro, ma anche tanto sacrificio. Ci sono momenti in cui tutto sembra non girare, altri in cui basta poco per ripartire di slancio. Come in tutte le cose serve soprattutto equilibrio”.

Un risultato storico.

“La storia è una gratificazione passeggera, serve avere lo sguardo in avanti, saldo e pronto nel presente e soprattutto nel futuro. Il passato, come tale, è un piacevolissimo ricordo, un feedback costante su come stai andando; ma quello che conta è rimanere sempre concentrati sul viaggio, non sulla partenza o sull’arrivo. Nello sport puoi vincere, ma puoi anche perdere, alcune stagioni possono nascere storte, in altre girano due virgole e tutto è d’incanto… perfetto. Non bisogna farsi prendere dall’ansia o dal solo riscontro, l’andamento può non essere, anzi quasi mai lo è, lineare”.

Nelle prime otto al termine della regular season, accesso al secondo turno playoff scudetto, tutto inesplorato, tutto nuovo, e quella parola lì, scudetto…

“Fa un certo effetto, non lo nego. Pensare che un piccolo team, sia in campo con squadre come Schio, è già di per se una grande soddisfazione. Abbiamo onorato come meglio potevamo la serie, regalandoci prima un 2-0 su Torino, frutto dello stringere i denti e al sacrificio delle atlete rimaste. Quando vai in campo, nessuno ci sta a perdere, tutti danno sempre il massimo”.

Un finale di stagione condizionato dalle defezioni.

“Vero. Già per il periodo natalizio ci siamo trovati senza una giocatrice come Granzotto, che ha manifestato il desiderio di giocare di più, in una categoria inferiore; un buco negli esterni che ha responsabilizzato molto Erica Reggiani, di fatto orfana di alternative. Ci siamo mossi attivamente per cercare un rimpiazzo, ma alle volte non sempre aggiungere migliora l’equazione, abbiamo però trovato un equilibrio. Erica è cresciuta notevolmente e ha chiuso in maniera eccellente. Nel finale abbiamo perso prima Crudo quindi Littles, due pedine del quintetto. Certo, il Famila è un team di Eurolega fuori portata, ma probabilmente in attacco avremmo potuto giocare in maniera più produttiva; dalla panchina atlete come Irene Cigliani sono state chiamate agli straordinari, chiudendo con spazio anche oltre i 35 minuti talvolta, senza mai un problema, encomiabili”.

La sensazione è che sia stata una stagione comunque migliore della precedente.

“Ogni stagione fa storia a sé. Di certo abbiamo operato in estate per mettere a frutto quanto vissuto l’anno prima. L’esperienza ti fa capire meglio le cose, gli equilibri, ti da una percezione più chiara di cosa serve e di cosa invece puoi fare a meno. Abbiamo dato priorità al blocco Usa come risorse e responsabilità, una soluzione che ci ha permesso di migliorare sensibilmente il nostro impatto offensivo passando da 49 punti di media a quasi 62. Le tre straniere sono state tutte all’interno delle prime 12 posizioni tra i migliori scorer del campionato, segno che le caratteristiche che cercavamo sono state rispettate, sia sulla carta che nella resa in campo”.

E la serie A1 a dodici squadre?

“Un campionato non semplice, elitario, con alcune squadre coinvolte nelle Coppe di un livello superiore, altre con budget importanti, senza il doppio impegno, e per questo doppiamente pericolose. Come sempre c’è una parte sinistra e una parte destra della classifica. Siamo molto contenti di aver chiuso, dopo i playoff, primi tra i team dal budget analogo; potevamo fare qualche vittoria in più nel corso della stagione, soprattutto in casa, penso ai nostri tifosi. Alcune partite ci sono sfuggite di un soffio, in altre potevamo fare meglio e lottare con ancora più determinazione”.

La peggior partita?

“Due, entrambe in trasferta: per i modi, direi a Broni, per atteggiamento a Venezia”.

Chiusa una stagione, si apre un portone?

“Finito un capitolo, ne inizia uno immediatamente successivo. Ci siamo presi qualche giorno per riflettere, così come importante è la determinazione delle risorse per la stagione 2017/18; il presidente Gavioli sta già operando, nel rispetto del principio cardine, la sostenibilità del progetto”.

Lo staff?

“Non è un segreto che abbiamo parlato con coach Andreoli, per rinnovargli fiducia e proseguire insieme. Ogni tassello del team ha svolto un compito, al meglio delle possibilità, vale per i tecnici, come per l’area medica: il dr. Giordano e la fisio Torri sono stati elementi importanti, che ci teniamo stretti come valore aggiunto per il nostro sistema. Coach Annunziata sta proseguendo il lavoro nel team U18 di Academy, insieme a Marco Castaldi, con un percorso di crescita molto valido e gratificante. Coach Frabetti ha portato esperienza e il suo modo sempre positivo di non drammatizzare, ma anzi di vivere la palestra con piacere. So che si è anche divertito molto, continuerà a darci una mano. Con Giulio Grossi, referente per la preparazione fisica, abbiamo già parlato, all’interno di un percorso che prosegue con stima e fiducia reciproca”.

Forse è presto, ma state pensando alla squadra?

“Non è mai troppo presto per pensare alla squadra, anche se ogni fase di mercato vive di tempistiche precise, comandano le risorse, le squadre con coppe e velleità di massimi sistemi. Noi siamo sempre alla finestra, diciamo in una attesa…vigile..”.

Sono previsti cambiamenti? “Cambiamenti ce ne sono sempre, alcune giocatrici aspirano a un livello superiore, altre fanno scelte di vita, altre hanno costi elevati, i cicli si aprono e i cicli si chiudono. E’ il gioco dello sport. L’importante è farsi trovare pronti, stiamo lavorando per approntare una squadra frizzante, che possa divertire e allo stesso tempo trasmettere emozioni. Una squadra con la S maiuscola”.

Saranno settimane piene allora.

“Cerchiamo di guardare con attenzione a quello di cui abbiamo bisogno, all’interno di un disegno d’insieme. L’A1 è un puzzle con tante tessere, fatto di straniere, senatrici, giovani. Abbiamo iniziato da tempo un percorso, che possa dare possibilità anche alle giovani del territorio, servirà pazienza e ancora diverso tempo, ma sono fiducioso che qualcuna possa arrivare a dare una mano. Il mio compito è creare le migliori condizioni possibili, per ogni giocatrice, sia questa senior o under, per esprimere il proprio talento e rendere in campo”.

Prossimi obiettivi?

“Esserci, con il sorriso. Sembra una frase fatta, ma le difficoltà del movimento devono essere un monito e uno stimolo, lavorare forte, senza risparmiarsi, per continuare a divertirci”.

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