Portomaggiore
20 Aprile 2017
"I provvedimenti su immigrazione e sicurezza rafforzano l'esclusione sociale e lo scontro nelle comunità"

Tavassi contro il decreto Minniti: “E’ incostituzionale”

di Redazione | 4 min

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Giovanni Tavassi

Portomaggiore. “I decreti Minniti sull’immigrazione e sicurezza urbana hanno una vera e propria ‘ideologia’ ispiratrice di fondo, che è quella di rispondere con una logica persecutoria e securitaria a problemi sociali, anche epocali, e di marginalità sociale, siano essi riguardanti soggetti deboli presenti nelle città o migranti. Con l’evidente risultato perseguito di acuire l’esclusione sociale e lo scontro nelle comunità”.

Il gruppo misto di Portomaggiore boccia così l’entrata in vigore dei decreti legge Minniti, dal nome del ministro dell’Interno proponente, su “disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti di protezione internazionale, nonché per il contrasto all’immigrazione illegale” e “disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”.

Il gruppo misto chiede al governo e al parlamento di ritirare i due decreti perché “presentano diverse defezioni per quanto riguarda i migranti, le fasce deboli della popolazione e i Daspo urbani, provocherà un lavoro ulteriore della Cassazione ingolfandola, e potrebbero essere presentati esposti per alcuni passaggi, nel decreto, non in linea con la nostra Costituzione”.

Per questo il capogruppo Giovanni Tavassi sollecita la giunta a “non ricorrere agli strumenti previsti dai decreti”, ad “opporsi all’applicazione dei provvedimenti” e anzi, in auto tutela, “a sollevare, anche in via incidentale nelle sedi opportune, quesito di legittimità costituzionale dei medesimi decreti”. Contestualmente si chiede di “rafforzare la collaborazione con i Comuni per l’incremento dell’accoglienza diffusa, l’incremento dei fondi per le politiche sociali, a partire dal Fondo Sociale Nazionale, e d‘inclusione (compresi fondi per ottimizzare i controlli finalizzati ad un accoglienza rispettosa dei diritti degli accolti) e di riduzione della marginalità sociale”.

La proposta è stata discussa nel consiglio comunale di martedì. L’odg presentato da Tavassi è stato respinto con il voto contrario della maggioranza e della Lega perché “è un documento che non interessa il nostro territorio – spiega il capogruppo della maggioranza, Bernardi – ma la politica nazionale”; “questo non è vero – replica Tavassi – perché il decreto incide su tutti i territori, nostro compreso”.

Il gruppo misto non abbassa l’ascia di guerra contro i decreti, presentati come la “riposta alle esigenze di percezione dell’insicurezza da parte dei cittadini”: “motivazione che dovrebbe essere smentita dallo stesso Ministero dell’Interno – critica Tavassi – dato che i reati in generale e soprattutto quelli a più immediata percezione (reati comuni) sono in sostanziale calo (- 9,2% furti, -10,6% rapine). Senza dimenticare che i reati commessi da migranti non sono superiori pro capite rispetto ad altre categorie di soggetti, sono pari a zero per quanto riguarda i richiedenti asilo, e non certo superiori per particolari categorie di soggetti deboli come quelle individuate nel decreto sulla ‘sicurezza delle città”‘.

Eppure le “disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città ricalca nella sua logica di ‘furia’ securitaria il ‘pacchetto sicurezza’ dell’allora ministro Maroni – nota Tavassi – nel dare poteri sanzionatori ai sindaci contro categorie fragili e socialmente marginali, causa di arrecare danno ‘al decoro’, alla ‘quiete pubblica’ e alla ‘moralità’. Il nuovo provvedimento ha gli stessi se non più gravi profili di incostituzionalità”.

Non meno critiche arrivano per le disposizioni sull’immigrazione, “che si inseriscono in un contesto di accordi, tesi al rimpatrio dei migranti, con stati dittatoriali e/o comunque dove non sono minimamente tutelati i diritti minimi delle persone ivi provenienti o transitanti – attacca Tavassi – come la Libia (rispetto all’accordo con la quale l’Italia ha già ricevuto una condanna dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo nel 2012), e il Sudan.

Secondo il gruppo misto, il decreto è “incostituzionale” sia perché “riduce le garanzie in sede giurisdizionale per i richiedenti protezione internazionale con la cancellazione dell’appello e della comparizione personale del richiedente”, sia perché “l’obiettivo dei rimpatri è perseguito con la previsione di realizzare nuovi e numerosi Cie, dove è dimostrato la funzione meramente detentiva e il non rispetto dei diritti minimi dei presenti, con l’obbiettivo di raggiungere la capienza di 1600 posti e l’allungamento del periodo massimo consentito di permanenza da 90 a 135 giorni; centri peraltro la cui ‘efficacia’ anche dal punto di vista dell’effettivo rimpatrio è negata dai fatti e i cui costi sono elevatissimi”.

Insomma, “entrambi i provvedimenti tendono alla criminalizzazione e allontanamento del ‘diverso’, a livello nazionale (per i migranti) e locali (per le previste categorie colpite) – chiosa Tavassi – quindi con un corpus giuridico teso alla costruzione di fatto di ‘muri’ nel paese e nelle comunità locali, e quindi pienamente ascrivibili alle derive securitarie e respingenti che stanno prendendo piede in numerosi paesi europei e non solo”.

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