Fiscaglia
19 Aprile 2017
Spettacolo venerdì 21 aprile presso il Teatro Severi di Migliaro

Sklavin, storia di un deportato nei campi di lavoro

di Redazione | 2 min

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Una mostra storico-documentaria dell’Antifascismo e della Resistenza

L'Anpi di Fiscaglia in collaborazione con il Comune, nel contesto delle celebrazioni del 79esimo anniversario della Liberazione, ha allestito una mostra storico-documentaria dell'Antifascismo e della Resistenza nel comune di Migliarino e Migliaro che sarà inaugurata sabato 20 aprile alle ore 10.30 presso l'ex Teatro Severi a Migliaro

Migliaro. Venerdì 21 aprile alle ore 9 presso il Teatro Severi di Migliaro, a Fiscaglia, avrà luogo la rappresentazione dello spettacolo Sklavin (schiavo) riservata ai ragazzi delle scuole medie di Fiscaglia e organizzata dal Centro Ricreativo Culturale Il Volano, Anpi Ferrara  con la collaborazione dell’assessorato all’Istruzione guidato dal vice sindaco Fabio Tosi.

Lo spettacolo è liberamente tratto dal libro “Sklavin- storia di un deportato nei campi di lavoro“ di Daniele Civolani e Ferruccio Mazza ed è portato in scena dalla Piccola Compagnia Giuoco del Pallone di Gianluca Fortini, Giovanni Tufano ed  Alessia Passarelli.

L’iniziativa, fortemente voluta dal Centro Ricreativo Culturale Il Volano, si inserisce nelle manifestzioni organizzate per sensibilizzare i giovani sulle tematiche della violenza, del ripudio della guerra e sui valori della Resistenza nella ricorrenza del 25 aprile 1945, giornata della Liberazione.

Quella di Ferruccio Mazza è  infatti la storia semplice di una persona semplice. La storia di un giovane molto povero che aveva un grande sogno: la ginnastica artistica. La bravura e l’enorme passione per questa disciplina gli permisero di trascendere la sua condizione sociale, di provare l’emozione profonda delle vittorie e dei riconoscimenti, di arrivare fino ai campionati italiani e di aspirare alle olimpiadi. Poi, su tutto, arrivarono la Seconda Guerra Mondiale e la deportazione nei campi di lavoro: il suo sogno fu interrotto, il suo fisico, pur temprato, arrivò quasi a soccombere per le violenze, i patimenti, le umiliazioni subite e la fame. Sopra ogni cosa la fame. A farlo miracolosamente sopravvivere fu l’amore per la vita e per i suoi cari, verso cui nemmeno nei momenti più terribili perse mai il desiderio di tornare.

Lo spettacolo, tramite le parole delicate e asciutte di Ferruccio, vuole riportare tutta l’umanità del racconto di chi, nonostante i soprusi e l’infinito dolore, non ha mai provato odio o rabbia verso chi lo ha rinchiuso e ferito, verso chi ha rubato il suo sogno.

La storia dolce e drammatica di Ferruccio, narrando la vita di una persona umile e semplice, lega alla vicenda collettiva dell’olocausto la testimonianza di una delle infinite storie personali, una vicenda umana che ricorda a chi l’ascolta quanto sangue e sofferenza costi ogni guerra.

La musica, tramite un’accurata ricerca storiografica, accompagna e sostiene il racconto, lo contestualizza, lo mette in relazione con le suggestioni di un intero periodo storico, integra la parte recitata verso una tensione narrativa che non faccia dimenticare, che faccia riflettere.

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