“Un vero e proprio autogol”. Giudica così la Cgil di Ferrara le ultime dichiarazioni del ministro Poletti sull’utilità di giocare a calcetto piuttosto che inviare un curriculum per crearsi più opportunità lavorative.

“Nonostante i goffi tentativi di rimediare buttandola sull’uso della sempre cara metafora – aggiunge il segretario della Camera del lavoro Cristiano Zagatti -, Poletti ha esternato la frase durante un incontro sul tema dell’alternanza-scuola lavoro agli studenti dell’istituto tecnico professionale Manfredi-Tanari di Bologna, prossimi cittadini lavoratori nel nostro sistema economico sociale”.

Zagatti fa notare che “forse per Poletti le parole come competenza, professionalità, formazione non rappresentano un valore aggiunto o quanto meno un bagaglio necessario affinché le ragazze e i ragazzi trovino una loro realizzazione lavorativa, perché più facile utilizzare altre vie… insomma Poletti voleva richiamare le brutte abitudini che hanno portato questo Paese a non considerare “cosa sai fare”, il tuo curriculum vitae, la tua formazione, ma il “chi può aiutarti per” alimentando l’infinita catena che non ha anelli di merito”.

“Noi riteniamo – conclude Zagatti – che tali leggerezze non possano partire da un ministro con una delega di così fondamentale importanza per la crescita, non solo economica, ma culturale e sociale in una prospettiva di sviluppo e rilancio del Paese che tolga le nuove generazioni da questo impasse, per rimanere in termini calcistici, da cartellino rosso”.