Ostellato
29 Marzo 2017
Salza presenta "Un uomo è gli uomini" in biblioteca

“Librarsi” parte dall’Africa

di Redazione | 3 min

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Alberto Salza

Ostellato. Giovedì 30 marzo inizia ad Ostellato la nuova rassegna letteraria “Librarsi 2017”, organizzata dalla biblioteca comunale “M. Soldati”, dal titolo “Radici ed ali”. La rassegna celebrerà il 36° anno della biblioteca, raccontando storie e riflessioni di altri paesi iniziando dall’Africa.

Il famoso antropologo Alberto Salza, che ha compiuto missioni scientifiche in tutto il mondo, presenterà “Un uomo è gli uomini”, scritto da Marco Lorenzetti che, dopo essersi laureato in Agraria, ha trascorso lunghi periodi di lavoro in progetti di sviluppo in Afria (Kenia, Tanzania, Sudan e Somalia).

Al rientro in Italia, Lorenzetti si è concesso di rivivere le atmosfere africane sperimentano la scrittura così che, attraverso il suo racconto, anche il lettore possa sentirsi sulle strade dell’Africa più genuina, dove le piogge non sono mai troppe ma la gente non si sente povera.

Un modo di raccontare semplice ed onesto che permette di scivolare dentro alle storie sentendo i respiri, percependo gli odori e la polvere, ascoltando i suoni dei tamburi in un intreccio di assurdità e poesia, di meraviglia e sconcerto, di paura e aneliti di libertà e giustizia.

“Un uomo è gli uomini” è una scritta incisa su una tavola di legno appesa ad una capanna, per rammentare che “nel villaggio non è che ognuno ha la sua anima ed è responsabile solo di quella… vuol dire che l’anima al villaggio è solo una; ognuno deve custodirla perché è di tutto, non è che ognuno pensa per sé, la vita siamo noi stessi e noi stessi siamo gli altri”.

Lorenzetti, attualmente, affianca al suo impiego presso l’amministrazione pubblica la collaborazione con organizzazioni di volontariato internazionale come “Cefa Onlus” di Bologna e “Ibo Italia” di Ferrara: nel 1996 ha curato il libro “Vecchi amici”, un’antologia di racconti di scrittori ferraresi sugli alberi monumentali di Ferrara, e l’antologia “Verso Itaca”, pubblicata nel 2015 e curata da Roberto Pazzi, ospita un suo racconto.

Alberto Salza, antropologo anticonformista che ha compiuto missioni scientifiche dal Sudafrica al Belize, dalle montagne rocciose canadesi allo stretto di Bering, da quarant’anni studia le strategie di sopravvivenza in Africa che sta diventando un terreno umano non permissivo: le popolazioni locali avvertono il diritto di accettare o rifiutare lo sviluppo e gli aiuti umanitari; pretendono di dare il consenso informato ai progetti chiedendo espressamente di riappropriarsi della propria cultura, dignità e gestione del potere. In questo nuovo contesto i ricercatori e gli studiosi sono sempre più spesso costretti a modificare il loro proverbiale ruolo di “osservatori passivi” e quindi anche l’antropologo è ‘costretto’ dall’Africa a interrogarsi sul senso e sui limiti el proprio lavoro.

Salza ha collaborato con varie università, organizzazioni umanitarie e istituzioni, fra cui il Ministero degli Affari esteri, l’Unione europea e le Nazioni Unite, e come giornalista scrive per numerose riviste scientifiche e divulgative, fra cui Le Scienze, D di Repubblica, Airone e Focus. Ha pubblicato anche diversi libri, Evoluzione dell’uomo (1986), Ominidi (1989, nuova edizione 1999), Niente. Come si vive quando manca tutto. Antropologia della povertà estrema (2009), Eliminazioni di massa. Tattiche di contro genocidio (2012) e il monumentale Atlante delle popolazioni (Utet, 1997). Nella mattinata successiva del 31 marzo, Salza incontrerà gli studenti dell’Itas F.lli Navarra, per discutere il tema dei flussi migratori oggi.

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