Attualità
27 Marzo 2017
Associazione Nadiya. Mosca: “Gli allarmi che lanciano i mass media sono infondati, non è in corso una invasione”

“Nel nostro territorio sono calati gli stranieri residenti”

di Redazione | 3 min

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“Gli allarmi che lanciano i mass media sono infondati, non è assolutamente in corso una invasione come ci viene costantemente dipinta”. È questo il quadro tracciato dall’esperto di dinamiche e flussi migratori Franco Mosca all’incontro organizzato dalla associazione Nadiya ed è proprio il professore a ribattere con una analisi statistica della situazione del paese e della provincia di Ferrara.

“Nel nostro territorio sono calati gli stranieri residenti rispetto al 2015 e sono passati da 30126 a 29926 nel 2016 – afferma Mosca -. Il problema vero è che abbiamo bisogno dell’immigrazione se consideriamo che stiamo invecchiando, ma affianco a questo servono anche politiche di integrazione più efficaci”. Secondo il professore “l’incidenza dei richiedenti asilo è molto contenuta rispetto a quanto ci viene detto e questo perché i migranti vedono in Ferrara un solo posto di passaggio. Analizzando la provincia di Ferrara riscontriamo il più alto livello di residenti stranieri in rapporto alla popolazione a Portomaggiore (13,1%) e il più basso a Goro (appena 1.6%) e questo mostra come le barricate di Gorino siano state montate perché non si può parlare di emergenza”.

Un altro tabù da sfatare per Mosca è quello sulla “delinquenza e criminalità, perché in Italia il numero dei detenuti (104 ogni 100 mila abitanti) è più basso di quello europeo e mondiale (rispettivamente 129 e 145 detenuti ogni 100 mila abitanti). Leggendo i giornali italiani sembriamo un paese allo sbando ma i dati mostrano che non è così e va riconosciuto il merito a chi ha fatto azioni buone invece di parlare solo di cose negative”. E ancora: “Il problema della delinquenza è socio economico ed è evidente che stranieri con poco reddito e che vivono in situazioni marginali abbiano più facilità a finire nel giro della criminalità di strada – afferma l’esperto -. Non è sufficiente però il modello di integrazione attuale, bisogna darsi regole da rispettare e va punito chi le aggira perché i periodi all’interno dei centri devono essere proficui e servono a migliorare i processi di integrazione nella società”.

“A Ferrara organizzare l’accoglienza sembra una cosa scontata ma non lo è, non stiamo parlando di un fenomeno da apocalisse ma ci ha colpito da vicino e in un certo senso scosso” spiega l’assessore Chiara Sapigni, convinta che “non si possa approcciare la questione da un punto di vista della scolarità perché sono ragazzi che hanno iniziato a lavorare fin da piccoli. Ci sono buone prassi che vanno difese e che permettono di aiutare i migranti con la lingua, magari attraverso lo sport o gruppi come in piazzetta Castellina”. L’assessore ai servizi alla persona ammette che “ci sono dei momenti di difficoltà e non si può far finta che vada tutto bene. Bisogna evitare grandi concentrazioni e diventerà fondamentale il percorso del dopo accoglienza che è tutto da organizzare”.

L’attenzione si sposta poi sulla situazione della provincia estense: “A Ferrara 18 comuni della provincia su 24 accolgono ed è un buon risultato sia a livello regionale che nazionale – chiosa Sapigni -. Sono soddisfatta del percorso iniziato nel nostro territorio e dobbiamo essere più consapevoli di quello che c’è”.

“Sul tema immigrazione è normale rimanere fermi allo status quo ma poi razionalmente bisogna affrontare il fenomeno” commenta sul finale l’assessore.

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