Politica
26 Marzo 2017
Gli esponenti cittadini si confrontano sul tema dell’ambiente e formano ‘Ferrara in Comune’

Ferrara tra cemento e polveri “ha bisogno di riemergere”

di Redazione | 3 min

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E’ ancora in fase embrionale la costituzione del gruppo ‘Ferrara in Comune’, ma già assodata è la voglia dei suoi componenti di dare voce concreta alle problematiche che affliggono la nostra città, a partire dall’annosa questione dell’ambiente, fino ad arrivare a quella dell’istruzione, passando per il tema del lavoro e tanti altri. Un intento nobile quello del gruppo, che annovera fra i suoi componenti Samuele Lodi e Giovanni Verla di Fiom, Corrado Oddi di Movimento per l’Acqua, il docente Mauro Presini, lo studente universitario Francesco Ganzaroli e l’ex presidente Legambiente di Ferrara Marzia Marchi.

E se finora “in molti abbiamo fatto attività di denuncia”, come ammette Marzia Marchi, è indubbio che sia anche necessario “elaborare idee per una costruzione di pensiero, partendo dal presupposto che ognuno ha un punto di vista che può essere d’aiuto, ma l’obiettivo è costruire qualcosa”. Ed è ciò che è stato fatto al primo incontro del gruppo, che ha scelto di iniziare a ‘costruire’ proprio dal tema dell’ambiente. Costruire nel senso metaforico del termine, perché Ferrara “di costruzioni ne ha già parecchie”: Palazzo degli Specchi, ex Caserma, Palaghiaccio, e Darsena City “che presto avrà problemi di cedimento sul fiume”, sono solo alcuni dei nomi “citati dal sindaco – come puntualizza Marzia Marchi – del cemento che sommerge Ferrara, dal quale sarebbe tempo di riemergere”.

Di fronte a questo cemento “c’è chi dice abbattiamolo – prosegue l’ex presidente Legambiente – e questo però vorrebbe dire accumulare metri cubi di detriti che in qualche modo bisogna smaltire. Occorre quindi mettere in campo proposte di gestione di queste strutture, e soprattutto, a partire da oggi, smettere di buttare giù anche solo un metro cubo di cemento per costruire qualcosa, perché non ce lo possiamo permettere. Questo non vuol dire smettere di indagare che cosa c’è sottoterra, ma non farlo certo per costruirci qualcosa sopra: costruire per tamponare la schifezza che abbiamo sotto è stata la strategia adottata finora. Pensare alla manutenzione e al recupero del patrimonio esistente, oltretutto, incentiva l’attivazione di meccanismi di lavoro, oltre che di soluzione ai problemi esistenti”.

Un problema non inferiore al cemento è quello della circolazione, sotto tutti i punti di vista, riguardo la quale una prima proposta “potrebbe essere quella di porre dei limiti per alcuni tipi di carburante, come il diesel”. Una politica degli orari, poi, potrebbe “ridurre gli orari di punta: nulla vieta alle scuole di un quartiere di cominciare in un orario leggermente differente da altre, e questo anche per gli uffici”. Alle politiche di restrizione, però c’è chi sostiene che vadano aggiunte anche quelle di incentivazione, per esempio dell’utilizzo di mezzi ecologici, cosicché “non ci si ritrovi soltanto ad impedire di entrare in città con la macchina”, come sottolinea il cittadino 5 stelle Paride Guidetti. Ma una modifica radicale della viabilità, con la creazione di una versione ciclistica dei due assi centrali della città risulta una soluzione “che farebbe di Ferrara la reale città delle biciclette, per le quali bisognerebbe sempre di più lavorare e far circolare in modo tranquillo ed efficace”. Questo anche di fronte alle perplessità riscontrate sulla proposta dei mezzi ecologici, il cui ricambio ne aumenta comunque la produzione e quindi i rifiuti e l’inquinamento”.

Anche la creazione dei nuovi spazi per Palazzo Diamanti fa discutere il nuovo gruppo, dei quali ne conferma la necessità, ma ne suggerisce anche una progettazione differente, ossia sotterranea: “sarebbe certo un lavoro più costoso, ma i soldi e le energie che si stanno spendendo per l’allargamento dello stadio, potrebbero anche dirigersi su strade diverse”.

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