di Giuseppe Malatesta
Comacchio. Baciata dal sole l’inaugurazione del Museo Delta Antico, che apre i battenti dopo una lunga attesa e tanta progettazione con la partecipazione straordinaria del ministro del Mibact Dario Franceschini. Numerose le autorità e gli ospiti istituzionali che hanno accompagnato il sindaco Marco Fabbri, l’assessore alla cultura Alice Carli e il resto della giunta nel taglio dell’importante traguardo.
Dal prefetto Michele Tortora ai consiglieri regionali Marcella Zappaterra e Paolo Calvano, dall’onorevole Paola Boldrini al presidente della provincia Tiziano Tagliani, e ancora i sindaci del territorio e i dipendenti comunali, il vescovo uscente Luigi Negri, l’archeologo Mario Cesarano, la Sovrintendenza e il vicepresidente del Fai Marco Magnifico, tra i più entusiasti sostenitori del sodalizio con “una Comacchio che è paradigma dell’Italia migliore”.
“Evviva Comacchio, orgogliosa della sua storia e delle proprie radici” incita Magnifico tra la piazzetta Trepponti e l’ex ospedale degli infermi, sede del Delta Antico. “E’ un giornata emozionante nella mia terra e tra le mie acque – continua Franceschini –, un territorio che conosco da sempre e si mostra oggi più che mai in costante evoluzione”.
“Da anni guardo alle sue potenzialità straordinarie, sembrava impossibile attirare l’attenzione dei turisti balneari nell’entroterra. Il progetto comacchiese è perfettamente coerente con le scelte strategiche che il Paese deve fare nei prossimi anni, quando ci si troverà non a gestire la crisi del turismo ma a governare una crescita del settore: i numeri parlano chiaro, siamo la meta desiderata di tutto il mondo in un momento in cui il turismo interno e internazionale è in fortissima e inarrestabile ascesa”.
“Con una buona governance – conclude Franceschini – si deve puntare su un turismo sostenibile che rispetti le fragilità del nostro patrimonio storico artistico, e sostenere nuove mete dal forte potenziale, alternative alle grandi città sovraffollate. Comacchio è un esempio per il Paese: che non sarà capitale della cultura nel 2017, ma per sempre”.
Prima del taglio del nastro e del tour tra gli allestimenti museali – curati dal team di progettazione formato dagli architetti Michela Biancardi, Angela Cazzoli, Nike Maragucci, Alessandro Tricoli e Rita Zambonelli e da un gruppo di giovani archeologi – un emozionatissimo e commosso Fabbri ha ringraziato fautori e sostenitori.
“Senza i comacchiesi e quel salto nel buio di cinque anni fa, non saremmo qui oggi” ha detto a mo’ di commiato. “Grazie per aver dato la possibilità a ‘quel ragazol con la maglietta a righe’ di appassionarsi alla politica con la P maiuscola, che è una cosa fantastica. Ci tengo a dire – aggiunge poi – che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio così come anche io, sbagliando, ho fatto in passato. Tante volte mi sono sentito un po’ sospeso, un equilibrista, ma ho conosciuto persone fantastiche ed ho avuto la mia giunta accanto a sostenermi e supportarmi sempre”.
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