Eventi e cultura
24 Marzo 2017
Il ministro in tour al Salone del Restauro. Sul trasloco della Pinacoteca: "Ottima occasione per valorizzare Castello e Diamanti"

Franceschini nella ‘realtà aumentata’ della cultura

di Elisa Fornasini | 3 min

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Dal test delle nuove tecnologie allo studio degli antichi restauri. E’ un viaggio nella storia (virtuale e reale) della conservazione e della valorizzazione dei beni culturali quello compiuto dal ministro Dario Franceschini, in visita questa mattina al Salone del Restauro per chiudere la tre giorni a Ferrara Fiere.

“Siamo arrivati alla 24esima edizione – ricorda il numero uno del Mibact, partner consolidato del Salone – ma quando siamo partiti, nel 1991, era molto più difficile parlare di restauro e valorizzazione del patrimonio culturale rispetto ad oggi. Oggi c’è un clima diverso, è cresciuta la consapevolezza sull’importanza della tutela, un fattore di crescita economica intelligente che lavora sulle eccellenze italiane”.

Se la custodia dei tesori italiani è diventata negli anni una garanzia, almeno negli intenti, si deve ancora lavorare tanto sul tema della ricostruzione post sisma. “Quando c’è una calamità naturale, inevitabilmente devasta il nostro ricco e diffuso patrimonio culturale, basta vedere cosa è successo in Emilia, in Umbria e ora nell’Italia centrale” spiega Franceschini che, “reduce da queste esperienze”, dice che è “arrivato il momento di fare un passo superiore”, costituendo “un pezzo di Protezione Civile dedicato esclusivamente alla salvaguardia dei beni culturali”.

Dal dramma del terremoto all’uragano di entusiasmo che si sta abbattendo sui musei di tutta Italia. “I dati sono straordinari, nel 2016 abbiamo raggiunto numeri record passando da 39 milioni a 44,5 milioni di visitatori – rendiconta il ministro -. Ma dobbiamo stare al passo con i tempi perché il tipo di fruizione di questi spazi è cambiato: la gente va al museo perché vuole vivere un’esperienza. Per questo stiamo studiando un sistema aperto e partecipato dei musei”.

Il piano strategico del turismo non si concentra solo sulla nuova fruizione museale, ma anche sulla valorizzazione dei “borghi più belli d’Italia” nell’anno a loro dedicato. “Dopo il successo dell’anno nazionale dei cammini, quest’anno tocca ai borghi che rappresentano un patrimonio straordinario dal punto di vista naturalistico, umano, culturale e artistico – prosegue l’onorevole -. Sarà un’opportunità di crescita del nostro Paese per distribuire il flusso turistico dalle grandi città nei borghi”.

Villaggi rurali preziosi, così come i gioielli estensi. Su questo punto il ministro ferrarese si lascia scucire un giudizio più che positivo sul trasloco della Pinacoteca nazionale nel Castello Estense: “E’ un’operazione giusta e apprezzata, il progetto c’è ed è già finanziato. Il trasloco permettere di valorizzare tutti e due i contenitori culturali: sia il Castello, che accoglierebbe uno straordinario percorso museale, che il palazzo dei Diamanti, conosciuto come simbolo dell’arte moderna ma che può diventare molto di più, essendo unico al mondo”.

Riflessioni a livello nazionale e locale, come visto, che hanno accompagnato il tour di Franceschini tra gli stand del Salone del Restauro, accompagnato dai padroni di casa, il capo del progetto Carlo Amadori e il presidente di Ferrara Fiere Filippo Parisini. Mentre gli espositori si contendono il saluto del ministro per scambiarsi strette di mano, selfie e due parole sulle proprie attività, lui cammina veloce per i corridoi e cerca di salutare più persone possibili.

Una fermata d’obbligo è quella per provare i visori per la realtà aumentata. Franceschini non resiste alla tentazione di provare gli occhiali 3d per vivere un’esperienza virtuale nella sua seconda casa, Roma. I visori ar proposti allo stand “Ancient and Recent” del Lazio offrono infatti la possibilità di immergersi nell’arena del Colosseo con la realtà virtuale.

Dai gladiatori capitolini all’arte illuminata il passo è breve: poco dopo, infatti, l’onorevole si ferma nell’area dell’Opificio della Luce per sperimentare il pannello luminoso che tramite la tecnologia Lit (light in transparency) permette di cambiare la luce led dell’opera a seconda degli aspetti da visualizzare. Uno speciale inchiostro ‘invisibile’, fatto di molecole nano-strutturate, che in questo caso ha irradiato la Morte di Messalina di Francesco Solimena dell’inizio del ‘700.

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