Occhiobello
24 Marzo 2017
Lo strumento diagnostico è disponibile da oggi alla casa di cura di Santa Maria Maddalena

Ipertensione, un nuovo test sul Dna per scoprire se si è a rischio

di Redazione | 3 min

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Occhiobello. La casa di cura di Santa Maria Maddalena in collaborazione con Advanced Genetics Italia mette da oggi a disposizione dei propri pazienti , un test sul Dna in grado di rivelare il rischio di soffrire, nel corso della vita, di pressione arteriosa troppo alta, identificando anche quali farmaci risultano più efficaci per ogni singolo paziente.

Di tutto questo e di altri temi oggetto dei test sul Dna quali cardiomiopatia ipertrofica per le morti improvvise, ipercolesterolomia famigliare e trombofilia ereditaria per patologie della gravidanza se ne è parlato nel corso del convegno tenuto martedì 22 marzo presso la casa di cura di Santa Maria Maddalena, in collaborazione con il centro di cultura medica Costante Degan. Relatrice la professoressa Susan Rodriguez, docente universitaria e ricercatrice alla Facoltà di Medicina Genetica presso l’Università degli Studi di Lisbona (Portogallo).

Oggi, infatti, in Italia il 33% degli uomini e il 31% delle donne soffrono di ipertensione. Il nuovo test è quindi uno strumento importante per la prevenzione delle malattie cardiovascolari essendo l’ipertensione arteriosa uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di complicanze cardiovascolari e cerebrovascolari gravi come infarto miocardico, ictus cerebrale, scompenso cardiaco.

In particolare questo nuovo strumento di diagnosi è indicato per i pazienti che hanno una storia famigliare positiva per ipertensione arteriosa o patologie cardiovascolari, per persone con ipertensione arteriosa che non rispondono bene ai farmaci e soggetti con fattori di rischio cardiovascolare importanti come obesità, diabete, tabagismo.

Uno dei vantaggi di questo nuovo strumento diagnostico è rappresentato dalla modalità di esecuzione non invasiva: è infatti sufficiente raccogliere, attraverso un semplice tampone, un campione di mucosa della bocca. Il test molecolare analizza all’interno del Dna così ottenuto alcune specifiche varianti genetiche, che grazie alla tecnologia di “genotipizzazione”, conferiscono al test un’accuratezza del 99%.

Questo nuovo strumento diagnostico consente, quindi, di determinare la predisposizione individuale a sviluppare ipertensione arteriosa, di distinguere chi corre un maggiore o un minor rischio e quindi definire strategie di prevenzione personalizzata per ciascun paziente, di identificare la terapia più efficace per il controllo dei valori pressori minimizzandone gli effetti collaterali, di individuare nei famigliari i soggetti con rischio aumentato di ipertensione.

L’ipertensione arteriosa nasce dall’effetto combinato di fattori genetici ereditari e di fattori ambientali, come lo stress, l’eccessiva introduzione di sale e l’obesità. Per tale motivo, per prevenire l’ipertensione si dovrebbero, da un lato, correggere i fattori ambientali, dall’altro, identificare gli individui geneticamente predisposti. Una familiarità positiva rappresenta, infatti, un riscontro frequente nei pazienti ipertesi, con un’ereditarietà stimata che varia tra il 35% e il 50% nella maggior parte degli studi. Recenti dati clinici indicano che in Italia solo il 30-40% di pazienti affetti da ipertensione arteriosa in trattamento raggiunge valori pressori adeguati (140/90 mmHg) e circa il 70-80% dei pazienti affetti da ipertensione arteriosa richiede una terapia di associazione (terapia di combinazione) basata su almeno due classi di farmaci per ottenere tali valori.

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