Economia e Lavoro
22 Marzo 2017
Paganini: "Giusto limitarne l'uso, ma la cancellazione rischia di mettere in crisi il nostro lavoro e far tornare la piaga del lavoro nero"

Abolizione voucher, Cia: “Brutto colpo per l’agricoltura ferrarese”

di Redazione | 2 min

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Il futuro del lavoro agricolo passa dal “Sistema Agricoltura Ferrara”

Ferrara si dota del "Sistema Agricoltura Ferrara". Bandi e assicurazioni, utilizzo di fitofarmaci, lavoro agricolo e contrasto al caporalato. Questi sono solo alcuni dei temi presenti nel documento strategico sull'agricoltura, redatto per la prima volta dal Comune di Ferrara in sinergia con tutte le associazioni di categoria e le grandi aziende agricole del territorio

Nella guerra tra Cgil, Ascom e Confesercenti per l’abolizione dei voucher interviene anche Cia – Agricoltori Italiani Ferrara che, seppur ritenga “giusta e doverosa la limitazione dell’uso dei buoni lavoro utilizzati negli ultimi anni per scopi diversi da quelli originariamente previsti”, è consapevole che la “cancellazione di questa semplice forma di retribuzione potrebbe provocare difficoltà al settore agricolo”.

Insomma, è corretto limitarne l’uso e utilizzarli unicamente per lavori occasionali, ma la loro abrogazione rischia di mettere in crisi il lavoro degli orticoltori ferraresi e far tornare la piaga del lavoro nero nelle campagne. E’ il pensiero di Gianni Paganini, presidente di Cia Mesola e orticoltore, che conosce bene il settore, tra gioie e dolori.

E l’eliminazione dei voucher porterebbe dolori. In un comparto, quello agricolo, “che ha dimostrato di usarli correttamente: a supporto e non in contrapposizione con i rapporti di lavoro subordinato e ciò è dimostrato dai dati, che dal 2008 al 2015 ci dicono che il settore ne ha utilizzati il 4,8% rispetto a quelli venduti, con un calo drastico nell’ultimo anno che si attesta all’1,8%”.

“In orticoltura ci sono attività non ancora meccanizzate, che richiedono un lavoro manuale intensivo per qualche giornata, svolto principalmente da studenti o pensionati ancora in attività” spiega Paganini, portando a esempio la copertura dei prodotti orticoli con nylon che richiede molto personale impiegato per un periodo di tempo brevissimo. Un esempio su tutti, ma ce ne sono tanti altri.

“In questi casi i voucher erano un reale strumento di flessibilità, funzionali allo scopo, data la natura particolare di alcune lavorazioni agricole – nota il presidente di Cia Mesola -. La loro eliminazione per il settore significa difficoltà a reperire manodopera a brevissimo termine quella, appunto, impiegata durante i picchi produttivi o per alcune attività del tutto occasionali e particolari”.

Inoltre “senza i voucher potrebbe aumentare il lavoro nero perché assumere regolarmente un lavoratore, indispensabile all’azienda una tantum e solo per una giornata, non converrà, in sostanza, a nessuno. In questi giorni – conclude Paganini – si stanno studiando forme alternative ai voucher per il settore agricolo, ma per noi orticoltori del territorio la mancanza dei buoni lavori è già un problema, che andrebbe risolto in fretta, con forme di pagamento semplici, che non comportino un aggravarsi della burocrazia e oneri per le aziende agricole”.

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