Politica
17 Marzo 2017
Carradori alla commissione consiliare sulla sanità spiega gli interventi che verranno messi in campo per migliorare il pronto soccorso

Ospedale di Cona. “Così risolveremo i problemi dell’emergenza-urgenza”

di Daniele Oppo | 4 min

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Più medici, riorganizzazione degli spazi e più posti letto ordinari. Questa la ‘ricetta’ del dg dell’Azienda ospedaliero universitaria Sant’Anna Tiziano Carradori per risolvere – o, quantomeno, migliorare – i problemi dell’emergenza-urgenza a Cona.

Il tutto è stato spiegato ai consiglieri comunali durante la commissione consiliare richiesta da Matteo Fornasini (Fi), che si è fatto promotore del senso di disagio procurato alla popolazione alla notizia dello stop agli interventi programmati in modo da smaltire l’eccesso non sufficientemente sopportato dall’ospedale. Un’eccesso che ha vari fattori, come spiegato dal direttore sanitario Eugenio Di Ruscio, a partire da un incremento degli accessi al pronto soccorso durante il 2016, che si è radicalizzato nel mese di dicembre, soprattutto durante le ultime settimane, per poi proseguire nel 2017. Questo ha portato a un decremento qualitativo delle prestazioni (tempi più lunghi di circa 10 minuti rispetto alla media, più persone che hanno abbandonato il triage perché stanche), ma anche alla crescita delle ospedalizzazioni, finite fuori scala con tassi che hanno raggiunto il 20-25% a fronte di una media ottimale del 18%, con un occupazione dei posti letto che ha raggiunto quota 90% a fronte di una media ‘normale’ dell’80-85%. “Nel 2011 un posto letto serviva per 35 ricoveri, nel 2016 un posto letto è servito per 40 ricoveri”, ha aggiunto Mauro Marabini, direttore sanitario dell’Ausl, che ha però osservato come la mobilità esterna, pur rimanendo rilevante – “45 milioni di euro all’anno” – sia scesa nel corso degli anni a fronte di un sempre maggiore afflusso di pazienti anche dalla provincia verso l’hub di Cona.

“Il pronto soccorso di Ferrara è, insieme a quello di Piacenza, quello che ha avuto il maggior aumento di accessi in regione”, ha spiegato Carradori, che ha subito indicato uno dei problemi principali: la carenza di medici: “Non siamo stati capaci di reclutarne chirurghi d’urgenza, abbiamo fatto un bando ma c’è stato un solo candidato, per di più già in servizio”. Il motivo è semplice: “Non c’è un mercato, perché la Scuola Medicina è entrata in funzione da poco. È un problema che abbiamo anche con i pediatri e con anestesisti”, dunque bisogna attendere una nuova ondata di diplomati. Quando arriveranno i medici (se ne cercano tre, entro i prossimi mesi se tutto andrà bene) si potrà mettere mano anche alla logistica interna del pronto soccorso: “Potremo recuperare una potenzialità produttiva di ulteriori sei ambulatori – ha spiegato Carradori – migliorando così i tempi di permanenza e adottando misure per far sapere agli utenti quali saranno i tempi d’attesa”.

D’altro lato c’è anche da risolvere il problema delle ospedalizzazioni nei reparti internistici: “La quantità di persone che accede al pronto soccorso e che poi vengono ricoverate dipende anche dal fatto che qui gli over 75 sono molto superiori rispetto ad altre zone, e si portano dietro più patologie”. Per questo l’azienda ospedaliera ha chiesto alla Regione di poter rivedere la distribuzione interna dei 710 posti letto, chiedendo di mantenere solo 20 posti di day surgery. “A fine marzo dovremmo avere altri 16 posti letto di medicina interna per che manterremo per i mesi di aprile e maggio e che, se non ci sono condizioni climatiche sfavorevoli, ridurremo nel periodo estivo per poi riaprile in autunno. In questo modo – ha affermato il dg – non si dovrebbe avere di nuovo la situazione che si è verificata da dicembre in avanti e cercheremo di evitare i trasferimenti verso le due case di cura di Ferrara”.

Carradori si è anche premurato di rispondere alle note polemiche dei sindacati sulla riduzione dei servizi – quest’ultimo punto evidenziato anche dalla consigliera Ilaria Morghen del M5s – e sul personale. “Nel piano che abbiamo presentato non c’è nessuna riduzione delle funzioni specialistiche, spieghiamo perché debbano essere mantenute e se malauguratamente decidessero di ridurci le unità operative, chiediamo che riducano quelle doppie e quelle non funzionali alla popolazione, ma che no ci tolgano le funzioni specialistiche”.

Sul personale il dg ha osservato che “pur con considerevoli ritardi e fallimenti, dopo che negli ultimi quattro anni quest’azienda non ha assunto, noi assumiamo 40 persone. So che gli operatori sono stressati, ma non solo a Cona, è così in tutta Italia. Questo perché le politiche di contenimento della spesa hanno ‘fatto legna’ sul personale, che ha il contratto bloccato da una vita”. Sempre in tema di assunzioni, Carradori a rivelato che per il concorso infermieri bandito dall’azienda e che dovrebbe concludersi entro l’anno sono state presentate più di 10mila domande.

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