Attualità
14 Marzo 2017
Verrà inaugurata il 17 marzo. L'avvocato Angela Natati: "Accoglienza e supporto alle vittime di un fenomeno sommerso"

Violenze al femminile: l’Associazione Padri Separati apre anche a Ferrara

di Redazione | 4 min

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Si sente spesso parlare di violenza di genere, violenza sulle donne, ma non dobbiamo non tenere conto, quando ne osserviamo il relativo fenomeno, anche l’altra faccia della medaglia: la condizione maschile. La violenza non ha un sesso proprio né si può identificare interamente con il colore rosa; la violenza al femminile, dunque, esiste – anche se raramente ha dinamiche omicidarie – e riguarda la psiche e perfino la sessualità e, non ultima, la questione economica. Anche un uomo può essere vittima di violenza ed è per questo che nasce l’Associazione Padri Separati, l’associazione più importante in Italia che dall’8 novembre 1991, si occupa di tutelare la paternità, di uomini e padri che vedono costantemente lesi i loro diritti.

Finalmente anche a Ferrara verrà inaugurata, venerdì 17 marzo alle ore 17, la nuova sede dell’Associazione Padri Separati (Aps), in via Borgo dei Leoni 76/a, con l’auspicio che diventi un punto di riferimento per i papà che si trovano a vivere momenti di difficoltà, ma non solo.

Aps persegue obiettivi di tutela della genitorialità offrendo agli associati regolarmente iscritti un primo incontro di ascolto e di orientamento, mettendo a disposizione i servizi di consulenza legale e psicologica con professionisti specializzati ed esperti della materia e allestendo spazi per incontri informativi e di confronto. Aps ha sede nazionale a Bologna (www.padri.it) ma opera su tutto il territorio nazionale, dal Piemonte alla Calabria, e sta muovendo i suoi primi passi anche a Ferrara.

“La violenza, qualunque sia la forma con cui si manifesta, deve essere denunciata”. A parlare è l’avvocato Angela Natati del Foro di Ferrara, già membro del Comitato Scientifico dell’Associazione – nato dal bisogno di avviare un confronto permanente fra i diversi professionisti avvocati e psicologi italiani che collaborano con l’Associazione – recentemente nominata coordinatrice Aps per la Regione l’Emilia Romagna.

“Ci sono uomini e padri – prosegue l’avvocato Natati – che oltre la violenza, subiscono l’umiliazione, la vergogna e i ricatti; sono costretti a rinunciare a tutto, a livello economico e affettivo. Si tratta di un fenomeno sommerso, più ancora della violenza dei maschi contro le femmine, perché c’è una difficoltà legata alla vergogna e perché, culturalmente, un uomo sente di non dover chiedere aiuto per difendersi da una donna”.

L’avvocato Angela Natati

In Italia le indagini sulla violenza al maschile sono rare e i dati estrapolabili anche dalle collaborazioni interdisciplinari della stessa Associazione Padri Separati, che si avvale anche di collaboratori in ambiente universitario a livello nazionale (facoltà sociologiche, psicologiche, giuridiche) a cura di studenti particolarmente virtuosi interessati al fenomeno e decisi a renderlo oggetto di tesi. “Gli uomini che si rivolgono ad Aps – spiega Angela Natati – appartengono a ogni fascia sociale e sono di ogni età, hanno tutti subito violenza psicologica, alcuni anche fisica (graffi, morsi, sputi, lancio di oggetti) spesso vi è la minaccia, la mortificazione della virilità o sul piano professionale economico. Purtroppo in questo scenario vi sono di mezzo i figli, poiché la madre che maltratta il partner tende a farlo anche con i figli o a metterli l’uno contro l’altro o, peggio, a usarli come “merce di scambio”. Per il padre, cui raramente i figli vengono affidati in una separazione, c’è sempre molta paura di perderli. Gli elevati livelli di conflittualità e strumentalizzazione dei figli è spesso causa di intervento dei Servizi Sociali, con conseguenti costi anche per la collettività”.

“Anche nella violenza al maschile – conclude l’avvocato Natati – i figli sono sempre le prime vere vittime della violenza domestica che porteranno il dolore di un genitore maltrattante per tutta la vita. L’impegno di Aps è rivolto anche ai figli, a quei figli che si vedono negato il loro diritto alla bi-genitorialità, nella mancata attuazione dell’istituto dell’affidamento condiviso, sancito dall’art. 337 ter codice civile introdotto dalla legge n. 54 del 2006, che è stata oggetto di un recente convegno tenutosi a Ferrara, il 10 giugno scorso, ‘I dieci anni della legge sull’affido condiviso: luci, ombre e future prospettive’. Fondamentale risulta il contributo di esperti avvocati, psicologi e professionisti specializzati di caratura nazionale che collaborano con l’Associazione quotidianamente per garantire supporto e accoglienza a quelle vittime di violenza di genere, che può essere anche maschile”.

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