Argenta. È stata la volta dei consulenti delle difese di Pier Bruno Caravita e di Paolo Conforti nel processo per il crac di Cmr.
I temi erano quelli del valore di alcuni immobili di proprietà (diretta o indiretta) della Cmr, venduti a un prezzo più basso rispetto al valore di acquisto e del valore della partecipazione Serco – una controllata di Cmr – venduta al 60% al Gruppo Nettuno dell’imprenditore Conforti, secondo l’accusa a un prezzo che ha depauperato la coop, contribuendo al fallimento.
Per i consulenti della difesa Caravita – che della Cmr è stato direttore generale – le stime della perizia fatta effettuare dalla procura sono, in sostanza, troppo alte, perché non terrebbero in debita considerazione alcuni fattori come il deprezzamento dovuto alla vetustà degli immobili, il fatto che sorgessero su aree date in concessione dal demanio e il crollo dei valori immobiliari a seguito della crisi del settore arrivata proprio in quegli anni (2008-2010). Sempre la difesa Caravita ha provato a spiegare – tramite un proprio consulente – anche il doppio incarico dato all’ingegner Sergio Marinelli sia dalla Cmr (che pagò 650mila euro) che da Porta Malatestiana per la costruzione di un centro commerciale: si sarebbe trattato di una pratica effettivamente consuetudinaria dando alla stessa persona di fiducia sia l’incarico per la direzione dei lavori (da parte della committente) che quello per la progettazione di cantiere (da parte della coop di costruttori).
La difesa Conforti, tramite una consulenza fatta eseguire da due professionisti, ha cercato di mostrare che il prezzo pagato per acquistare la partecipazione di Serco fosse da ritenersi congruo, stanti le evidenti difficoltà della società immobiliare che nel 2010 aveva a bilancio circa 2,1 milioni di euro ottenuto con una ricapitalizzazione effettuata da Cmr sulle perdite subite nel corso degli ultimi anni. Perdite contabili non adeguatamente controbilanciate dal patrimonio immobiliare, non in tempo di crisi almeno.
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