Spettacoli
4 Marzo 2017
"Qualche volta scappano" è il suo debutto a teatro, in scena questa sera al Nuovo. "E' come sentirsi a casa"

Rosita Celentano: “Vi racconto l’amore per i cani e per mio papà”

di Elisa Fornasini | 5 min

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Come reagireste se, a dispetto del triste fenomeno comune, fosse il vostro cane ad abbandonarvi? E’ l’escamotage narrativo da cui parte lo spettacolo “Qualche volta scappano” con Rosita Celentano, Attilio Fontana e Pino Quartullo (che ne firma anche la regia), in scena questa sera, sabato 4 marzo, alle 21 al teatro Nuovo di Ferrara.

In attesa di scoprire le situazioni paradossali che si nascondono dietro alla fuga dell’amico a quattro zampe, ci siamo fatti raccontare dalla Celentano il suo amore per i cani (e per il papà Adriano) che l’ha portata a teatro e in radio per condurre la seguita trasmissione “Chiedimi se sono felice” su Radio24, dedicata agli animali e ai loro padroni.

“Qualche volta scappano” rappresenta il suo debutto a teatro. Cosa si prova a lasciare i microfoni della radio e le telecamere del piccolo schermo per recitare su un palco?

E’ come esserci sempre stata, già dalle prime prove mi sono sentita subito a casa. In effetti è stata un’esperienza particolare, non ho provato nessun tipo di ansia ma mi è sembrata la cosa più naturale del mondo. Forse il merito è della commedia stessa perché è scritta molto bene e affronta temi reali, luoghi comuni in cui ci ritroviamo nella vita di tutti i giorni. La scomparsa del cane rimescola gli equilibri di coppia che si ritrova ad affrontare una storia di fedeltà, amicizia, perdono, tradimento e amore per le persone e per i cani.

Nello spettacolo interpreta Marzia, moglie di Alessandro (Pino Quartullo, ndr). Cosa ha in comune con il suo personaggio?

Abbiamo moltissimo in comune. Tutte e due siamo grandi amanti dei cani e anche io darei i numeri se dovessi perdere uno dei miei tre cuccioli. Una volta mi era capitato da piccola, avrò avuto 10 anni, ma l’abbiamo ritrovato dopo un paio di giorni. So che oggi proverei una disperazione diversa da quella di allora, probabilmente ci rimarrei peggio perché ho maturato una sensibilità diversa. La stessa che condivido con il mio compagno nella vita vera (Angelo Vaira, guru dell’approccio uomo-cane con cui conduce la trasmissione radiofonica, ndr).

Se dovesse fare un bilancio della sua carriera tra tv, radio e ora anche teatro, c’è un linguaggio con il quale si trova meglio? O comunque un’esperienza di cui va più fiera?

Nonostante tutti gli errori mi piace tutto, non mi vengono in mente cose che non rifarei. La radio mi piace moltissimo e ho sempre sognato di fare l’attrice per calarmi nei personaggi degli altri, vivere un’altra vita. Forse è la televisione che mi rappresenta meno perché è un mezzo più finto, nel senso che pone una lente di ingrandimento sulle cose peggiori come l’estetica, il bisogno di ostentare a tutti i costi bellezza, intelligenza, cultura. Ma io non ho mai detto di sì a prescindere, ho sempre fatto cose vicine al mio essere. E porto un po’ di me in tutto quello che faccio, faccio fatica a spersonalizzarmi. La cosa più lontana dal mio ‘io’ è stata cantare Fdm (acronimo di faccia di merda, ndr) a Domenica in, c’era anche mio padre.

Ha citato suo padre. Lui cosa ne pensa del suo debutto a teatro? E’ già venuto a vederla?

Gli piace l’idea ma non è ancora venuto a vedermi. Nel caso, gli ho detto di non riferirmi in che data pensa di venire altrimenti mi agito. E poi così do sempre il massimo senza farmi condizionare. A 21 anni, quando ero ospite a Fantastico e c’era anche lui, ero molto agitata ma ora che di anni ne ho 52 credo comunque di averla superata. Nel mondo dello spettacolo ci sono nata e cresciuta, ci ho giocato e ho imparato tanto. E’ stato lui a dirmi di imparare dai più bravi, di osservare i maestri per capire lo stile della recitazione e dell’interpretazione, quando riesci a comunicare qualcosa anche in silenzio, senza muoversi.

E Adriano invece cosa le ha insegnato?

Ho osservato tanto anche mio papà, lui è una persona istintiva, nella vita reale non è diverso da quello che si vede in tv perché anche lui ha scelto di interpretare ruoli vicini a lui. Mi ha tramandato tanti insegnamenti, come non essere al servizio della fama perché il successo non ti tiene al caldo in una notte fredda. Mi ha insegnato a tenere i piedi per terra e a dare valore alle cose importanti come l’amore, l’amicizia, l’affetto. Una cosa che ha messo in pratica nella sua vita, ha dato a me e ai miei fratelli tutto l’affetto del mondo.

Abbiamo parlato del presente e del passato. Quali sono invece i suoi progetti futuri?

Sto scrivendo un nuovo libro. Dopo Grazie a Dio ho le corna (2009), Oltre la pelle (2010) e Grazie a Dio è gay (2012), sto riprendendo mano a un testo che avevo iniziato quattro anni fa, Grazie a Dio scodinzola, dedicato ai cani e ai loro sentimenti. Noi non sappiamo amare come loro, non siamo in grado di offrire questo tipo di amore incondizionato che ci danno tutti i giorni. Tutti gli animali hanno la propria sensibilità e un animo nobile e questa opera, come la trasmissione radiofonica, è un modo per conoscere da vicino la loro mente, la connessione che unisce noi a loro. Per questo intensificherò anche il mio impegno a favore dei diritti degli animali. Una scelta che mi ha fatto diventare vegetariana quattro anni fa e che proseguirò anche in futuro.

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