Economia e Lavoro
1 Marzo 2017
Per il secondo anno consecutivo cresce l'occupazione, diminuiscono la disoccupazione e i Neet

Lavoro. Ferrara continua il timido trend positivo

di Daniele Oppo | 5 min

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Non è l’uscita dalla crisi e nemmeno ci si avvicina, ma è un piccolo segnale di miglioramento: a Ferrara per il secondo anno consecutivo cresce l’occupazione, diminuiscono la disoccupazione e i giovani che non studiano né cercano un lavoro (Neet). È quanto emerge dall’analisi del 2016 effettuata dall’ufficio Statistica del Comune di Ferrara.

Occupazione e disoccupazione. Nel 2016 il tasso di occupazione (è considerato occupato chi ha lavorato almeno un ora, retribuito, nella settimana di rilevazione) della popolazione tra 15 e 64 anni ha infatti fatto registrare un +0,7% rispetto all’anno precedente, quando si sono registrati i primi segnali positivi dall’inizio della crisi. La disoccupazione è invece calata di 0,2 punti percentuali. Il tasso di inattività, sempre nella stessa fascia d’età, è calato invece dello 0,6%. Il tasso di occupazione a Ferrara è al 69,2% (sempre fascia 15-64), quello di disoccupazione al 10,6%, mentre quello di attività – che indica il rapporto tra le persone che lavorano o sono in cerca di occupazione e la corrispondente popolazione di riferimento – è al 77,4%. Da rilevare, inoltre, che nel 2016 sono aumentati i lavoratori in cassa integrazione di 500 persone rispetto all’anno precedente, attestandosi sulle 1.100 unità.

Trend positivo ma non è l’uscita dalla crisi. “I dati restituiscono un quadro di conferma del miglioramento già registrato nel 2015, sia in termini di tasso di disoccupazione che di occupazione – afferma l’assessore comunale Caterina Ferri -. Si tratta di dati ancora lontani dal livello pre-crisi e dalla media regionale, tuttavia non si può non sottolineare il trend positivo nel biennio, che consente seppur timidamente di affermare che si veda una luce in fondo al tunnel della recessione economica iniziata nel 2008. Migliorano anche i dati relativi al tasso di occupazione, in particolare dell’occupazione dipendente, nei settori dell’industria manifatturiera, nel commercio e nell’istruzione, di entrambi i generi. Importante anche il riferimento ad un continuo aumento del tasso di attività dei cittadini ferraresi tra i 15 e i 64 anni. Ancor più significativo è il calo dell’1.8% dei cosiddetti Neet (giovani non in cerca di lavoro né in un percorso di formazione). Ciò spiega il dato apparentemente contraddittorio dell’andamento dell’occupazione giovanile, in diminuzione sia sul fronte della disoccupazione (-2,7% rispetto al 2015), che dell’occupazione (-1,1%), si tratta in realtà di un dato positivo, perché dovuto ad una quota di giovani che ha deciso di intraprendere o riprendere un’attività di studio. Non si può certo affermare che il mercato del lavoro nel nostro comune fotografi una situazione di uscita dalla crisi – prosegue Ferri – ma è un dato di fatto che negli ultimi due anni si registra un miglioramento di tutti gli indicatori, che lascia ben sperare per il 2017. Per sostenere e favorire la ripresa, il Comune di Ferrara ha lanciato percorso di Lavoro per Ferrara, in sinergia con il patto per il lavoro regionale, che ha portato nell’autunno scorso a diversi incontri di approfondimento con le parti sociali e tutti i portatori di interesse del territorio, e che nelle prossime settimane si concluderà con la presentazione di proposte, poche, concrete, e condivise, per l’incremento del lavoro di qualità nella nostra città”.

Ci sono differenze tra i generi. Ci sono però differenze rilevanti tra i generi. I maschi riescono infatti più facilmente a trovare lavoro o, meglio, aumenta maggiormente rispetto a quella femminile: “Il tasso di occupazione maschile 15-64 anni, attestandosi sul valore di 73,2%, cresce, rispetto all’anno precedente, di un punto percentuale – spiega la relazione dell’ufficio Statistica – mentre quello femminile, pari a 65,4%, aumenta di soli 0,3 punti”. Ma è un dato, quest’ultimo, la cui piccolezza quantitativa viene ulteriormente minata da un’altra considerazione: “L’incremento del tasso di occupazione femminile è in realtà dovuto al decremento di popolazione totale in età 15-64 anni (-300 donne rispetto all’anno precedente), dato che l’occupazione complessiva femminile non cambia rispetto al 2015, restando invariata a quota 27.500 nella classe 15-64 anni e a quota 27.900 nella classe 15-74 anni”.

I giovani. Tra i giovani (15-29 anni) diminuiscono tutti i tassi: occupazione (-1,1%); disoccupazione (-2,7%), attività (-3,2%) e Neet (-1,8%). Anche qui si riscontrano differenze tra i generi: “Il tasso di occupazione maschile presenta una variazione positiva (+1,3 punti percentuali), al contrario di quello femminile (-3,4 punti) – si legge nella relazione -; mentre quello di disoccupazione maschile è in diminuzione maggiore di quello femminile (rispettivamente -4,1 e -1,5 punti percentuali). Per i maschi possiamo quindi affermare che la disoccupazione cala non solo a favore di un incremento di studenti ma anche di occupati. Per le femmine invece c’è un passaggio sia di occupate che di disoccupate alla condizione di studentessa”.

L’occupazione per settori di attività. L’analisi permette anche di osservare in quali settori lavorativi si siano verificati i cali e gli incrementi maggiori di occupati. Partendo dai dati negativi, si vede come nel settore relativo alla fornitura di energia e gestione dei rifiuti, si sia registrato un calo di occupati del -24,9%. È il dato più alto, seguito da quello del settore delle costruzioni -13,7% (trainato dal calo del 19,8% degli autonomi) e dal lavoro domestico: -10,3%. Da segnalare anche il calo nel settore della sanità e assistenza sociale:  -7,5%. Numeri positivi vengono invece dal settore del  noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+30,2%), attività immobiliari (+17,1%) e istruzione (+14,8%).

La serie storica 2006-2016. Il report offre anche la possibilità di guardare alla serie storica di 10 anni (a partire dal 2006 dunque) in cui si nota come il tasso di occupazione generale (15-64 anni) non abbia mai toccato vette così elevate come nel 2016, mantenendo i valori in (relativa) crescita per due anni di fila anziché subire un processo di frenata-ripartenza (sempre relative) di anno in anno. Il tasso di disoccupazione, invece, con i cali degli ultimi due anni, si è riassestato alle condizioni del 2012, ma rimane molto lontano rispetto a quello del 2006. I grafici sotto contribuiscono a spiegare meglio:


Diverso invece l’andamento del tasso di occupazione tra i giovani, che cala per la prima volta dal 2013, mentre il tasso di disoccupazione continua il trend in calo che dura da tre anni.

(Tutti i grafici, così come i dati, sono stati presi dal report sull’occupazione a Ferrara elaborato dall’ufficio Statistica del Comune di Ferrara che si può leggere qui)

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