Politica
27 Febbraio 2017
Manuela Macario, presidente Circomassimo-Arcigay e Arcilesbica Ferrara, risponde alle polemiche su Tag Festival di cultura Lgbt

“L’omofobia? Lasciamola curare agli specialisti”

di Redazione | 5 min

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Ferrara città “gay friendly” ha dichiarato Maisto in conferenza stampa, ma a quanto pare – leggendo alcune critiche apparse sul nostro giornale – Tag festival di cultura lgbt non piace a tutti.

Quando un festival, così come qualsiasi altro evento culturale, fa parlare di se vuol dire che un obiettivo è stato raggiunto, ovvero quello di avviare un confronto su temi che coinvolgono la società civile. Fare cultura è proprio questo, aprire un dialogo, affrontare temi che coinvolgono la sfera dell’individuo, dei diritti e anche dell’etica. E’ l’obiettivo che ci siamo sempre posti e che perseguiamo anche in questa quarta edizione di Tag

A proposito di etica, chi vi muove delle critiche lo fa soprattutto su un tema che coinvolge proprio la sfera dell’etica, la Gpa o gestazione per altri, quella che più volgarmente viene definito “utero in affitto”.

La nostra volontà era proprio quella di porre l’attenzione su una questione sulla quale non esiste una posizione univoca né all’interno della società tutta né all’interno di quella che viene definita comunità lgbt. Non si tratta di fare propaganda a una pratica che in Italia non è consentita, si tratta di avviare una riflessione seria su un argomento che divide ancora le coscienze indipendentemente dal proprio orientamento affettivo e sessuale. Ricordo che la Gestazione per altri o surrogazione di maternità non riguarda solo i gay, ma soprattutto coppie eterosessuali che si rivolgono ai Paesi nei quali è consentita, come gli Stati Uniti e il Canada in numero decisamente maggiore rispetto alle coppie omosessuali. E’ pertanto uno di quei temi trasversali sui quali è giusto che ci siano posizione differenti ed è altrettanto necessario parlarne.  Viviamo in una democrazia nella quale fortunatamente è possibile parlare anche di temi che dividono le coscienze e la scienze senza per questo commettere reato.

Sulla questione Unioni civili e diritti avete invece voluto coinvolgere la prima firmataria della legge che ha portato al riconoscimento delle Unioni Civili, Monica Cirinnà.  Cosa è cambiato da un anno fa?

E’ passato un anno dall’approvazione di una legge che ha cambiato la vita a una parte della cittadini di questo Paese, ma che ritengo sia stato un valore aggiunto per tutti. La conquista di un diritto negato non è un’operazione di sottrazione, ma di addizione.  Mi spiego meglio: il riconoscimento delle unioni civili e quindi di nuove forme di unione affettiva e di famiglia non toglie nulla alle famiglie “tradizionali”, eterosessuali, di cui tra l’altro anche noi lesbiche, gay e transessuali siamo figli. Qualcuno ha sottolineato che a Ferrara, dall’approvazione della Legge, ci sono state “solo” 10 unioni civili. Stiamo parlando di venti persone che finalmente, dopo anni di relazione, si sono viste riconosciuto il loro amore e il diritto di essere famiglia. E ritengo che questa sia una conquista per un’intera comunità, perché quelle dieci nuove coppie unite civilmente si vanno a sommare alle molte altre coppie che decidono di unirsi in matrimonio, costituendo parte del tessuto sociale della nostra città. Posso affermare che a un anno dall’approvazione della legge sulle unioni civili siamo un Paese più ricco e più avanzato. Facciamo tutti parte di una società in evoluzione e la conquista di un diritto, qualsiasi esso sia è il termometro di questa evoluzione.  Ghandi diceva che la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta i suoi animali.  Parafrasando potrei dire che la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta i suoi animale e tutti i suoi cittadini, nessuno escluso. E di strada ne abbiamo fatta, ma ce n’è ancora da fare tanta, in tutti i campi-

Tag Festival affronta molti altri temi di attualità, come il cyberbullismo, lo sport, la terza età, come avete scelto gli argomenti di cui parlate?

Come promotori di un festival di cultura lgbt da sempre scegliamo di parlare di argomenti molto legati all’attualità, anche se con un’attenzione specifica alle tematiche che coinvolgono le persone lgbt. Un’attenzione che non diventa però prerogativa assoluta. Il cyberbullismo per esempio è un fenomeno che purtroppo coinvolge tutti, soprattutto i giovani. Per questo riteniamo necessaria la partecipazione degli studenti delle scuole medie e superiori. Sappiamo che l’omofobia è uno degli argomenti principe dei cyberbulli, ma non è l’unico. Il fenomeno è talmente trasversale che merita una riflessione seria e approfondita. Per questo abbiamo scelto relatori di grande competenza come l’avvocato Lorenzo Puglisi autore di un libro su bullismo e cyberbullismo, ma anche fondatore e presidente dell’Associazione Famililagal e Sos Stalking. Josefa Idem è la senatrice firmataria di una legge contro il bullismo e Laura Bononcini è una delle massime responsabili di Facebook Italia e tutti sappiamo il ruolo che possono avere i social se mal utilizzati. Abbiamo anche voluto un collegamento Skype con  “Ma basta”, il movimento di studenti che lotta contro il bullismo e che è stato di recente a Sanremo.  Anche quando si parlerà di sport femminile lo si farà ponendo l’accento non solo sugli aspetti legati al proprio orientamento affettivo e sessuale, ma spaziando anche su questioni che riguardano le differenze tra lo sport maschile e quello femminile. Questo è il taglio che ha tutto il Festival Tag verso il quale è indubbio il suo valore culturale. E’ un Festival nel quale si parla di cinema con uno dei massimi critici che abbiamo in Italia, Maurizio Porro ( domenica 5 alle 16) in cui si parla di religione, quest’anno con la presenza dell’Imam Ludovic Mohamed Zahed, in cui si parla di terza età con le coppie di anziani protagoniste della trasmissione di Raitre Stato Civile. E poi ci sono le tre proposte teatrali di grande qualità che sono state sostenute anche dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.  Insomma è difficile muoverci delle critiche sulla qualità dell’offerta culturale e del valore sociale che ha un’operazione come questa. Certo è che se si è mossi da proprie fobie personali verso le persone omosessuali o transessuali, non c’è nulla che noi attivisti possiamo fare. L’omofobia è un disturbo della sfera psichica, su questo cediamo il passo agli specialisti.

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